L’e-book è il futuro dell’editoria. La diminuzione dei costi, l’evoluzione tecnologica ed il lento incedere del ricambio generazionale porteranno ad un nuovo mercato che, entro due decenni, non avrà più nulla a che vedere con quello attuale. La rivoluzione, insomma, è in atto: parola di Gian Arturo Ferrari, direttore generale della Divisione libri di Mondadori.
«I libri in Italia tra 10 anni»: l’intervento ha preso forma in occasione di VeDrò, evento annuale che raccoglie la generazione degli anni ’60/’70 in una sorta di barcamp incentrato sull’Italia del futuro. «Vi partecipano i protagonisti più giovani della vita del Paese – professori universitari, imprenditori, scienziati, liberi professionisti, giovani impegnati a vario titolo nella politica, artisti, giornalisti, scrittori, registi, esponenti dell’associazionismo -, che si ritrovano senza alcuna gerarchia precostituita e secondo uno schema libero e aperto». In questo contesto l’intervento di Ferrari ha preso forma affrontando uno dei temi caldi del momento: il rapporto tra editoria e nuove tecnologie.
Secondo Ferrari il primo vantaggio dei contenuti digitali è nell’annullamento dei costi di stampa: scomparendo il supporto fisico il costo sarà tagliato del 50% (soprattutto grazie all’annullamento dell’invenduto), favorendo così l’investimento degli utenti ed i margini per gli editori. Affinché il nuovo orizzonte entri a regime, però, bisognerà attendere ancora molto «perché si dovrà attendere che i bimbi che li useranno a scuola diventino adulti e per gli editori questi tempi lunghi sono un bene a differenza del cambiamento repentino che attende editori di quotidiani e periodici».
Il cambiamento sarà radicale e, secondo Ferrari, «a rischio c’è il fatto che la figura dell’autore veda un inversione di ruolo con l’editore, che ora è quello che paga e rischia»: cambiare la filiera, quindi, significherà cambiare anche i ruoli e la distribuzione di rischi ed opportunità.