Il mondo dell’anti-pirateria non smette mai di stupirci con nuove fantasiose, ma ingenue, idee per combattere il filesharing illegale. Torrentfreak, infatti, ci introduce ironicamente al “geniale” progetto di Moozar.
Che servizio offre questa azienda tramite il suo portale Internet? Provate ad immaginarvi “pirati”: aprite il vostro bel programmino P2P e scaricate illegalmente l’ultimo album della vostra band preferita. Sicuramente dopo aver fatto ciò sarete colti dal rimorso: “Cosa ho fatto? Sto derubando un artista?”. Niente paura, basta andare su Moozar e pagare una ricompensa a quest’ultimo. La ricompensa è libera, ma non può essere inferiore ad 1? a traccia. Se poi pagate bene, vi garantite persino contro possibili rivalse legali, assicurandovi un’amnistia. Ad ogni modo, il 20% di quanto offrite resta alla stessa Moozar.
Non è dato sapere cosa ne pensino alla Apple, di questa sorta di rivale scorretto di iTunes. Quello che è certo è che si tratta di un progetto ingenuo sotto ogni punto di vista. Lasciando perdere l’ovvietà che nessun pirata, probabilmente, si farà mai prendere dai rimorsi, sorgono comunque altri problemi di ordine tecnico-legale.
Intanto, perché un pirata che voglia finanziare un artista non acquista, semplicemente, ciò che ha scaricato via iTunes o similari? Poi, in che maniera pagare una cifra dovrebbe garantire legalmente, visto che non è in gioco solo il reato di acquisizione di file protetti da copyright, ma anche di condivisione e ridistribuzione degli stessi? Inoltre, perché la case discografiche dovrebbero accettare, dopo decenni di lotta alla pirateria, che gli odiati pirati decidano quanto pagare e che un intermediario faccia la cresta del 20%?
Temiamo che anche questa “lodevole” iniziativa sia destinata a fallire. I pirati continueranno a finanziare gli artisti pagando, e a caro prezzo, i biglietti dei concerti. Con buona pace delle, non affatto povere, case discografiche.