Ai tempi d’oro del peer-to-peer erano molti i network ed i client disponibili per poter accedere al materiale scambiato in rete. I vari software si contendevano l’utenza a colpi di novità, prima che l’ondata della RIAA e delle nuove leggi antipirateria ponessero fine al proliferare indiscriminato del settore. Due nomi che dominavano la scena allora si ritrovano però nuovamente uno contro l’altro, sia pur se indirettamente: Morpheus da una parte, Kazaa dall’altra.
La tecnologia Morpheus è proprietà della Streamcast Networks. Kazaa, invece, è passato di mano prima che il terremoto scoppiasse, ma l’idea di fondo si è trasferita semplicemente altrove insieme agli ideatori Niklas Zennstrom e Janus Friis. I due lavorano oggi al soldo del gruppo eBay e sono a capo dei nomi Skype e Joost: entrambi i software sono strutturati su scambio di dati in stile P2P, ma la tecnologia è sfruttata per una trasmissione video nel primo caso e per le chiamate VoIP nel secondo.
Dalla Streamcast Networks parte ora una nuova denuncia (la seconda della serie, ed alla prima puntata l’accusa non ha raccolto alcun risultato) : Zennstrom e Friis avrebbero adoperato tecnologie (con specifico riferimento a FastTrack) la cui proprietà intellettuale sarebbe nelle mani di Morpheus. L’accusa pretende «miliardi di dollari» di risarcimento per il danno procurato nel tempo. Michael Weiss, CEO del gruppo dalla parte dell’accusa, sostiene che Zennstrom e Friis abbiano illecitamente aggirato un vecchio contratto ed eBay, oggi proprietaria degli asset Skype, è stata nominata tra i gruppi sotto accusa.
Joost rigetta ogni addebito, eBay e Skype non commentano. La vicenda affonda comunque le proprie radici molti anni addietro, quando iniziarono originariamente le dispute tra le parti su FastTrack. In tutti i casi il duo a capo di Skype ha sempre avuto la meglio e la nuova denuncia non sembra al momento sollevare argomentazioni nuove.