Il MotorShow di Bologna è stato annullato: l’edizione 2013, prevista inizialmente per il 7-15 dicembre, non avrà luogo. Si interrompe così una saga di enorme successo negli anni passati: l’evento si ferma improvvisamente a causa, a quanto pare, dell’assoluta assenza di case automobilistiche pronte a partecipare.
Quello che era l’evento simbolo dell’automotive in Italia è ora esempio della decadenza del mercato automotive nel nostro paese: un’occasione unica diventa una vetrina che si spegne. Gli appassionati vengono a sapere della cosa via Facebook, ove compare la prima spiegazione per una notizia che era silente nell’aria comunque da tempo: «Cari tutti, vi comunichiamo che la trentottesima edizione del Motor Show di Bologna è stata annullata». E continua: «La motivazione di GL events, società organizzatrice dell’evento, sta nella totale assenza delle case automobilistiche, fulcro di un salone dell’automobile. L’assenza del mercato, ci spinge dunque ad annullare l’edizione 2013 del salone, sia per rispetto verso il pubblico del Motor Show, sia per lavorare in modo produttivo e concreto ad eventi futuri che possano contare di nuovo sulla massiccia presenza del settore. GL events ha investito in modo importante negli ultimi 6 anni per garantire l’unico Salone Italiano dell’Automobile e per dare sostegno al settore auto in un Paese che dal 2007 ha perso oltre il 50% del mercato automobilistico. GL events si propone di continuare ad operare nel nostro Paese ai fini di offrire un evento all’altezza delle aspettative di investitori e pubblico, che negli anni non ha mai fatto mancare il proprio sostegno».
La pagina Facebook degli organizzatori non aggiunge nulla più a quanto pubblicato sulla pagina ufficiale del Motor Show. Curiosamente soltanto poche ore prima un utente chiedeva quali case automobilistiche avrebbero partecipato alla kermesse per l’edizione 2013 e la risposta giunta era un “Presto online l’elenco degli espositori!”. La smentita è giunta a stretto giro di posta: tutto annullato. Ed una volta tanto sono più i “condividi” che non i “mi piace”.
Numerosi anche i commenti: chi si dispiace per un declino italiano ormai inesorabile, chi vede nello stop un semplice passaggio del testimone al polo fieristico di Milano, chi ancora se la prende con la pubblica amministrazione di Bologna. Il dibattito è online ed è virtuale quanto l’evento, perchè offline, nella realtà, non ci sarà nulla più che padiglioni vuoti ed il ricordo di chi ha vissuto la kermesse negli anni passati.