Tra le varie fusioni e concentrazioni che interessano i grandi protagonisti del Web mondiale (si veda il nostro dossier dedicato ai portali) il settore dei motori di ricerca sembra in lento ma costante fermento. I motori, nonostante abbiano sempre avuto una struttura conservativa, nei prossimi mesi saranno chiamati a confrontarsi con nuovi modelli di sviluppo per conservare il loro primato di guide del Web.
Prendiamo spunto da una recente ricerca pubblicata dal quotidiano telematico InfoWorld da cui emergono due dati importanti: i motori di ricerca non sono i principali compagni del navigatore e che sei persone su dieci passano più di un’ora ogni settimana a cercare informazioni sul web piuttosto che a consultarle.
In che modo gli utenti tentano di aggirarsi fra i meandri della rete? Dalla ricerca, liberamente consultabile sul sito della rivista e basata su dati provenienti da diverse fonti, ci accorgiamo che solamente il 7 percento dei navigatori accede alle pagine visitate attraverso un motore di ricerca, mentre il 29 percento utilizza i propri bookmark o l’inserimento diretto dell’URL nel browser, il 25 percento utilizza il sistema di link verso i siti esterni e il 39 percento il sistema di link verso l’interno del sito visualizzato. Ultimo dato: la metà dei navigatori impegnati nella ricerca di informazioni si annoia in meno di quindici minuti.
Insomma, si spende molto nella ricerca di informazioni ma i motori di ricerca sembrano non essere i principali compagni di viaggio degli utenti. Qual è il problema? Abbiamo già parlato in un precedente editoriale di come il divario fra le pagine realmente esistenti e le pagine indicizzate dai motori sia sempre più vasto. Le ultime cifre parlano di quasi 3 miliardi di documenti sparsi per tutto il web mentre Google, il motore di ricerca con il più ampio archivio, ne riesce a raggiungere molto meno della metà e ne riesce ad indicizzare ancora meno. Tutto ciò forse deriva dalla logica a “portale” che molti motori di ricerca hanno assunto negli ultimi anni tanto da lasciare da parte la sperimentazione di nuove logiche di indicizzazione del web. Google ha interrotto questa tendenza e si è posto come nuovo e vincente modello.
Naturalmente la logica a “portale” non ha favorito l’utilizzo dei motori di ricerca da parte degli utenti: il portale si presenta come una risorsa chiusa in cui tutto è compreso mentre il motore è una finestra verso l’esterno, una struttura opposta. A ciò si aggiungano anche le difficoltà incontrate dagli utenti nell’utilizzo dei motori che dipendono e da una scarsa conoscenza delle metodologie di ricerca e da uno scorretto utilizzo delle chiavi. Anche da questo punto di vista l’algoritmo di ricerca di Google sembra studiato per venire incontro con maggiore precisione alle interrogazioni di navigatori non esperti.
Google si pone come il nuovo modello e nei motori di ricerca è in corso un riadattamento delle funzioni. Quale modello riuscirà vincente? ricerca pura o sito-portale? Nelle statistiche di accesso USA pubblicate da SearchEngineWatch al primo posto compare Yahoo!, al secondo MSN (il portale Microsoft), al terzo lo stesso Google: Yahoo! è una directory pluriservizi, MSN è un vero e proprio portale, mentre Google è un motore di ricerca puro. Non è affatto detto che nei prossimi mesi rimarrà tutto così tranquillo