Notizie contrastanti arrivano da uno dei primi produttori storici di telefonia cellulare: la Motorola.
L’azienda snocciola risultati positivi, a volte migliori delle attese, per il 2006. Nella fattispecie il fatturato nell’ultimo trimestre ha raggiunto 11,8 miliardi di dollari di fatturato con un +17% rispetto allo stesso periodo del 2005 portando il fatturato totale a un +22% per il 2006 per un totale di 42,9 miliardi di dollari. Notizie veritiere o palliativo per nascondere una crisi che cova ormai da anni?
Strano è che per i dati dello stesso periodo, agli inizi del mese di gennaio 2007, portano il titolo Motorola a perdere il 12% in borsa a causa del calo di utili e vendite nel 2006 trascinando al ribasso anche altri titoli come Samsung e Nokia.
Le azioni ricevono una boccata di ossigeno e tornano a salire solo dopo che il miliardario Carl Icahn, già salvatore di Phillips Petroleum, Texano e Twa, è intenzionato a entrare nel consiglio di amministrazione della società per risollevarla dopo i recenti flop competitivi con Nokia e Samsung.
Nuove figure la fanno ormai da padrona nel mercato della telefonia cellulare e in questi anni Motorola ha perso quella competitività che la contraddistingueva nei primi anni del boom di telefonini.
Il mercato è cambiato e ormai i consumatori vogliono telefonini a basso costo ma dalle prestazioni elevate.
Motorola quindi dopo anni di utili in rosso corre ai ripari. Ne è la riprova una serie di acquisizioni strategiche attuate in questi giorni:
- acquisizione della Symbol Technologies con un investimento di 3,9 miliardi di dollari, un’azienda che nel 2005 ha registrato ricavi per 13 miliardi di dollari e nuovo motore della Mortorola;
- partnership strategica con Texas Instruments per lo sviluppo delle tecnologie UMTS, Wimax e processori OMAP.
Saranno sufficienti queste mosse affinché Motorola si risollevi e riesca a colmare il gap di tecnologia e soprattutto di vendite che la distanziano dai suoi concorrenti, primo tra tutti la Nokia?