Sfogliano i giornali economici si può capire che Motorola è un’azienda, nel panorama dei produttori di cellulari e non solo, che bisogna tenere sotto stretto controllo.
Finanziariamente è evidente che ha dei problemi, anche se sta attuando opportune mosse per contrastare questo andamento negativo.
Già nell’ultimo quadrimestre si erano registrati dei cali consistenti delle vendite. Inoltre, questo dato è stato confermato dai dati che già circolano sul primo trimestre di quest’anno.
La borsa americana si è già accorta di questo e colloca i titoli Motorola tra quelli con andamento negativo e in perdita.
Oltre alle vendite appaiono in flessione, cosa più importante, anche i ricavi.
Le contromosse della motorola non si sono fatte attendere:
- incremento di acquisto di azioni proprie (buy back);
- acquisizioni e cooperazione con altre imprese;
- cambiamenti al vertice societario;
Il riacquisto delle proprie azioni (passato da 4,5 a 7,5 miliardi di dollari ) serve per recuperare 2 miliardi di dollari di azioni e portare liquidità all’azienda che ha deciso anche di riacquistare lo stock di invenduto presente sul mercato.
Motorola intende acquisire la Palm per evitare che ne venga in possesso la concorrente Nokia e per assicurarse profitto nell’area palmari e smartphone. E per fare questo ha bisogno di denaro.
Inoltre Motorola ha stipulato un accordo con la Red Bend per dotare i suoi smartphone di software FOTA (Firmware Over-the-Air) che permetterà l’aggiornamento automatico del software direttamente online senza ricorrere a costosi (sia per Motorola che per il cliente) centri di assistenza.
Questo permetterà un risparmio sui costi di assistenza e un ritorno positivo di immagine, supportato dal lancio di nuovi modelli.
Per quanto riguarda l’ambito societario era circolata nei giorni scorsi la notizia di un interessamento verso l’azienda del miliardario Carl Icahn (undicesimo azionista del gruppo) subito smentita dal gruppo.
Resta il fatto che proprio Icahn aveva consigliato di ricorrere al buy back per uscire dall’attuale situazione finanziaria, suggerimento puntualmente accolto dal vertice societario.
I dati negativi di vendite e ricavi e l’allontanamento dal vertice dei produttori di telefonia primi nel mondo hanno indotto il presidente della società, Ed Zander, a sostituire alcune personalità chiave, stando ben attenti a non sollevare polveroni inutili.
Tra i nomi più noti c’è quello di David Devonshire, direttore finanziario, che andrà precocemente in pensione e verrà sostituito da Thomas Meredith.
Greg Brown, già presidente della rete commerciale ed enterprise business, va ad occupare anche i posti di presidente e capo dell’ufficio operativo.
Adesso si attende per vedere come reagirà il mercato finanziario a questa strategia.