Nell’eterna discussione tra i sostenitori della moviola in campo e chi invece pensa la sua introduzione possa snaturare la bellezza e l’imprevedibilità del calcio, questi ultimi sembrano destinati a incassare una sonora sconfitta. Dopo l’occhio di falco (o goal line technology), anche il VAR (Video Assistant Replay) si appresta a debuttare nei nostri campionati.
Didier Quillot, direttore generale della Ligue de Football Professionnel, ha annunciato che sarà impiegato in Francia nei playoff che il 23 e il 28 maggio decideranno il passaggio di squadre dalla Ligue 1 alla Ligue 2 (e viceversa). Tra i sostenitori della tecnologia anche Carlo Ancelotti, allenatore del Bayern Monaco che nei giorni scorsi ha dovuto abbandonare il tabellone della Champions League: la squadra tedesca è stata eliminata dal Real Madrid, con una tripletta siglata da Cristiano Ronaldo, ma con due reti segnate in netto fuorigioco non segnalate dagli assistenti del direttore di gara. Queste le parole del tecnico.
In un quarto di finale devi mettere un arbitro migliore. Oppure è giunto il momento di introdurre il supporto video alla direzione, ipotesi che la UEFA dovrebbe prendere in considerazione poiché ci sono troppi errori.
E in Italia? Anche i vertici della Serie A sembrano intenzionati a muoversi in questa direzione. Proprio nelle ore scorse la Lega è stata commissariata a Carlo Tavecchio, presidente FIGC, da sempre incline a introdurre il VAR nel nostro campionato. Il suo obiettivo dichiarato è quello di rendere operativa la moviola in campo negli stadi di tutto il paese già dalla prima partita del prossimo campionato che si disputerà nel mese di agosto. Una corsa contro il tempo, anzitutto dal punto di vista tecnico, poiché l’installazione delle infrastrutture richiede inevitabilmente una fase di progettazione, di collaudo e infine di messa in opera. Un test era comunque già previsto per gli ottavi di Coppa Italia del prossimo anno.