Mozilla offre il proprio benvenuto alla Bill of Right firmata da Barack Obama poiché sposa in pieno quella che era stata una proposta originariamente portata avanti proprio dalla fondazione a capo del progetto Firefox: la funzione “Do not track“.
Mozilla per prima si è impegnata a promuovere la funzionalità Do not Track come standard web universale con lo scopo di impedire il tracciamento degli utenti che richiedono di essere esclusi dalla pubblicità mirata e basata sul comportamento individuale. Oggi questo impegno trova ampio sostegno anche da parte della Casa Bianca, che proprio in data odierna ha presentato il “Consumer Privacy Bill of Rights” una carta dei diritti dei consumatori che mira a garantire agli utenti un maggiore tutela nella gestione dei dati da parte delle aziende
Mozilla si toglie però tre sassolini dalle scarpe. Primo, «benvenuto, Google!»: un po’ di benevolenza e un po’ di sfida, un modo per sottolineare quanto importante sia tirare in ballo il gruppo di Mountain View in un progetto simile; secondo, i grandi advertiser hanno garantito il loro rispetto per il progetto, ma la loro risposta rimane ancora da definire prima di poter festeggiare un passo avanti fondamentale per il comparto; terzo, la semplice volontarietà nell’adozione del Do Not Track non è sufficiente a renderne efficace la presenza ed occorreranno pressioni maggiori per renderne pervasivo l’uso.
Secondo i dati forniti da Mozilla il 7% degli utenti desktop di Firefox (ed il 18% degli utenti mobile) ha già abilitato il Do Not Track esplicitando così la propria scelta volontaria in tal senso. L’approdo di altri gruppi è benvenuto, ma con una prospettiva ancor più lungimirante in mente: «Se il Do Not Track fallisse nel materializzarsi come strumento efficace, vedremo di sviluppare altre misure tecniche per assicurare che la privacy degli utenti possa essere rispettata».
La privacy prima dello strumento. Il fine prima del mezzo.