Un nome protagonista del web rompe il silenzio contro l’ennesimo progetto di legge che rischia di imbavagliare la rete: Mozilla si è scagliato contro la CISPA (Cyber Intelligence Sharing and Protection Act), al momento in esame al senato americano. Un disegno di legge che sembra la staffetta lasciata dall’abortita SOPA e che pur differenziandosi sulla questione delle proprietà intellettuale si concentra in modo pericoloso, secondo Mozilla, sulla condivisione di dati sensibili da parte di governi e aziende.
Il disegno di legge è stato approntato lo scorso novembre con lo scopo di permettere una più ampia condivisione dei dati sui cyber criminali tra il settore privato e il governo. Ipotesi di per sé neppure negativa, se non fosse che tra le varie disposizioni ce n’è una che consente di fatto l’appropriazione di dati personali degli utenti da parte delle agenzie di sicurezza e del dipartimento, insomma di FBI, CIA e governo, in barba a leggi preesistenti sul diritto alla privacy.
Il motivo scatenante la rabbia di Mozilla, che ha scritto un comunicato ad alcuni siti americani, è che fino ad oggi i più grandi nomi della rete – escluso Google, che non si è ancora espresso – si sono più o meno apertamente detti a favore della legge, compresi Facebook, Microsoft, Verizon, Intel. La ragione? Questa legge non è come la SOPA, non costringe le aziende a comportarsi da poliziotti, quindi viene considerata un passo avanti. Ma del destino degli utenti a chi importa? Da qui le parole di Mozilla, che ritrae il pensiero della community open:
Mentre noi appoggiamo incondizionatamente una Internet più sicura, CISPA ha una portata allarmante che va ben oltre la sicurezza. Il disegno di legge vìola la nostra privacy, contempla definizioni vaghe di cybersecurity e concede immunità alle aziende e al governo troppo ampie intorno al possibile abuso delle informazioni. Ci auguriamo che il Senato prenda tutto il tempo per considerare pienamente e apertamente questi temi con contributi delle parti interessate prima di andare avanti con questa legge.
In effetti il dibattito ora è aperto in Senato (la Cispa è stata approvata alla Camera), dove riposano due emendamenti molti diversi firmati da tre pezzi da novanta come John McCain, Joe Lieberman e Susan Collins. Orientamenti più o meno restrittivi sui quali la Casa Bianca tiene le antenne dritte, tanto che Obama ha minacciato anche di porre il veto in caso di legge che non soddisfi l’equilibrio tra esigenze di sicurezza, l’adesione delle società tecnologiche e rispetto dei diritti dei cittadini.