A capo della realizzazione di uno dei software più interessanti e in crescita degli ultimi anni, Mitchell Baker, CEO della fondazione Mozilla, si è abbandonata ad un libero dialogo ai microfoni APC Magazine sulla realizzazione e sul futuro di Firefox.
«Il progetto Mozilla è nato nel 1998 ed era originariamente all’interno di Netscape, come un’organizzazione virtuale. Siamo diventati indipendenti solo nel 2003, quando eravamo al massimo una quindicina di impiegati», comincia così il racconto dell’avventura di Firefox, il browser open source diventato in poco tempo la seconda scelta assoluta per i navigatori di internet, l’unico software in grado di rosicchiare fette sostanziali al numero uno Internet Explorer.
«Tutto è cominciato con pochi uomini e dall’idea di realizzare un prodotto che fosse veramente orientato ai consumatori, un software disegnato pensando ai propri nonni, cioè persone che rispetti e ritieni intelligenti ma che tecnologicamente sono arretrati». Alla fine tutto si è concentrato sul web search: «abbiamo capito ad un certo punto che l’unica cosa che sapevamo di sicuro fosse praticata massicciamente da tutti gli utenti era la ricerca» da qui l’idea della barra di ricerca in alto a destra, uno dei tanti elementi rivoluzionari e innovativi del browser che da quando è emerso sul mercato ha influenzato il design dell’interfaccia di tutti i suoi concorrenti. E non c’è stato solo Google: uno dei grandi meriti secondo Mitchell Baker, è stato di affiancare a Google la possiblità di compiere ricerche con molti motori diversi con solo pochi click, addirittura permettendo l’aggiunta da parte degli utenti di altri motori. Anche se tuttavia la stessa Baker ammette che dalla partenership con Google arriva gran parte dei guadagni di una società che nel solo 2005 ha portato a casa 55 milioni di dollari.
Per quanto riguarda il futuro, alla Mozilla Foundation si punta molto sui cellulari ed al momento si sta portando avanti un progetto sperimentale (ancora molto basato sui pc) che esplora le diverse possibilità di trasferire Firefox su device mobili: «ancora però non riusciamo a trasferire le caratteristiche più apprezzate di Firefox su queste piattaforme».
Infine Mitchell Baker si sbottona anche sulla spinosa questione delle web application offline. La strada che sta indicando Google secondo la numero 1 di Mozilla Foundation è ottima ma manca ancora delle componenti offline ed al momento non si possono usare software web-based per esempio in aereo: «stiamo cercando di realizzare applicazioni basate sul web che possano lavorare offline connettendosi alla rete anche solo per pochissimo tempo»: tutte innovazioni che saranno inserite nella prossima versione di Firefox, pronta probabilmente entro la fine dell’anno.