Con una sentenza destinata a far discutere, un giudice federale statunitense ha stabilito che Grokster e Morpheus, le compagnie che gestiscono alcuni dei servizi di file-sharing musicale più popolari, non possono essere ritenute responsabili per le violazioni del copyright perpetuate dai loro clienti.
Le associazioni delle case discografiche, che avevano portato in tribunale le due compagnie, hanno annunciato ricorso. Nel frattempo, Grokster e Morpheus esultano: «Questa sentenza insegna una bella lezione alle case discografiche e cinematografiche», ha dichiarato Wayne Rosso, presidente di Grokster. «Devono rivedere il loro modello di business».
La sentenza avrebbe potuto riguardare anche un terzo e più importante servizio di file-sharing, il popolarissimo KaZaA; ma Sharman Networks, la compagnia che lo gestisce, non ha aderito alla richiesta di rito abbreviato ed ha anzi denunciato a sua volta le case discografiche accusandole di aver violato la normativa antitrust.