Con una mossa senza precedenti, la RIAA (Recording Industry Association of America) ha deciso di denunciare quattro studenti statunitensi che gestivano tre sistemi peer-to-peer nelle LAN dei loro college. I ragazzi rischiano milioni di dollari di multa.
Finora, la RIAA si era limitata ad inviare lettere di avvertimento alle università che ospitavano network per lo scambio gratuito di file musicali, minacciando azioni legali qualora non avessero posto rimedio. Questa volta, invece, la RIAA è passata direttamente alle vie di fatto: «Non ci si può aspettare di violare la legge finché non si riceve una lettera di avvertimento e poi di mollare e pretendere che la vita vada avanti come nulla fosse», ha dichiarato Matt Oppenheim, dell’ufficio legale della RIAA. «Un furto è un furto».
I tre network sotto accusa sono sistemi creati a immagine e somiglianza di Napster, con l’unica differenza che non sono accessibili da qualunque nodo di Internet, ma soltanto dai computer dell’università che li ospitano; le università coinvolte sono Princeton, il Rensselaer Polytechnic Institute e la Michigan Technology University. Il numero di MP3 distribuiti sui network variava da 500 mila a più di 1 milione.