Quando è stato introdotto il codec MPEG-4 Advanced Video Coding (AVC) nei dispositivi video digitali non si pensava certo che sarebbe stata un’opportunità di crescita per il codec MPEG-2, ma è proprio quello che sta succedendo.
Piuttosto che sostituire i dispositivi MPEG-2, l’ MPEG-4 AVC sta dando loro una nuova spinta; persino i set-top box digitali, i televisori e altri dispositivi, nonostante montino i più recenti codec, continuano a supportare il precedente standard MPEG, per due motivi principali.
Il primo, e il più ovvio, è quello di garantire la compatibilità con gli attuali contenuti già codificati con MPEG-2 e ampiamente distribuiti, ad esempio in DTH (direct-to-home), sia via satellite, che in digitale via cavo, IPTV etc.
Il secondo motivo è di ordine pratico. Anche i network televisivi che fanno streaming digitale e hanno una programmazione di tipo MPEG-4 AVC non spingono molto in quest’ultima direzione, in quanto la domanda per sola codifica MPEG-4 AVC non è grande abbastanza da giustificare ulteriori processi di progettazione e di fabbricazione che si traducano in dispositivi che hanno circuiti integrati diversi.
C’è inoltre un altro motivo che continua a tenere in vita la codifica MPEG-2: nonostante i proclami in cui si dice che nulla più può esser fatto per rendere tale codifica più efficiente ci sono stati dei recenti annunci di fornitori di contenuti in cui si intravedono ancora margini di miglioramento per il codec ormai dato per spacciato.
Tandberg Television, ad esempio, ha annunciato una codifica standard MPEG-2 che migliorerebbe del 15 per cento l’efficienza del codec e tanto sarebbe sufficiente per creare canali in HD su digitale via cavo, togliendo larghezza di banda alle trasmissione MPEG-2.