La ricerca scientifica trova in Microsoft e Creative Commons due nuovi alleati per sfruttare meglio le potenzialità della Rete. Il colosso dell’informatica ha da poco presentato un progetto per rendere più semplice e immediato il reperimento delle informazioni scientifiche online, riducendo l’attuale compartimentazione tra le diverse discipline della scienza. Il progetto utilizza codice open source ed è rivolto non solo ai ricercatori, ma anche agli sviluppatori desiderosi di migliorarne il funzionamento.
L’attuale incapacità dei motori di ricerca di reperire sempre con precisione le informazioni dai numerosi database raggiungibili in Rete complica spesso la vita ai ricercatori scientifici, che si ritrovano a lavorare isolati senza poter approfittare delle potenzialità offerte dal Web. Tale svantaggio si rivela, in molti casi, dannoso per il progresso della scienza poiché contribuisce alla moltiplicazione di progetti di ricerca simili che con una migliore coordinazione potrebbero portare più rapidamente a risultati innovativi e affidabili.
Intenzionate ad affrontare in maniera diretta il problema, Microsoft e Creative Commons hanno da poco annunciato il rilascio di “Ontology“, una funzione aggiuntiva per Office Word 2007 che consente agli autori delle ricerche di aggiungere facilmente i link ad altri lavori scientifici e di rendere maggiormente rintracciabili i loro studi tramite l’aggiunta di annotazione semantiche. Il sistema sfrutta le ontologie, i glossari di base condivisi dalle istituzioni scientifiche per catalogare i loro lavori di ricerca, e consente dunque di giungere con rapidità e precisione ai documenti prodotti dagli altri ricercatori scientifici.
Oltre al plugin Ontology, Microsoft ha messo a disposizione sempre per Word una funzione aggiuntiva per inserire le specifiche delle licenze Creative Commons all’interno dei paper scientifici. Entrambi gli add-in sono distribuiti gratuitamente e attraverso la Microsoft Public License, che consente dunque l’implementazione del codice aperto da parte di sviluppatori di terze parti.
Science Commons, una delle divisioni di Creative Commons, sta incentivando l’adozione di soluzioni semantiche e di ontologie nei database all’interno della comunità scientifica, così da rendere più semplice e rapido il lavoro dei ricercatori grazie al supporto del Web. L’ambizioso obiettivo è legato alla realizzazione di una piattaforma comune, sorretta da standard condivisi, per mettere in comunicazione gli enti di ricerca e le informazioni custodite nei loro database. «Il Web non funziona per i ricercatori scientifici: è pieno di link ai lavori di ricerca, ma è pressoché impossibile trovare ciò che davvero ci interessa. La nuova soluzione per il Web semantico consentirà di ridurre il divario tra la semplice ricerca di base e le scoperte significative, liberando il valore della ricerca così che più persone possano beneficiare del lavoro svolto dagli scienziati» ha dichiarato John Wilbancks, vicepresidente della divisione scientifica di Creative Commons.
Rendere maggiormente interconnesso, attraverso la Rete, l’eterogeneo panorama degli enti e istituti di ricerca su scala globale non sarà comunque semplice. Microsoft e Creative Commons hanno fornito nuovi interessanti strumenti, ma toccherà ora alla comunità scientifica cercare di superare alcune delle rigide impostazioni del passato, aprendosi maggiormente alle opportunità offerte da Internet. La speranza è che un progetto organico, basato su precisi standard, possa portare presto a un miglioramento senza precedenti nelle esperienze di ricerca scientifica.