Internet Explorer potrebbe essere ristrutturato prima dell’arrivo di Longhorn. La voce sembra trovare nuove ulteriori conferme e sorge innanzitutto dalla pressione che rivali come Opera e Firefox stanno operando contro il browser di Redmond. Longhorn è previsto non prima del 2006, ed il ritmo con cui il navigatore Microsoft sta perdendo mercato potrebbe presto portare il gruppo di Redmond verso una situazione di irrimediabile imbarazzo.
L’ipotesi emersa è quella di distribuire add-on tali da ampliare l’offerta di Internet Explorer: se vero e proprio cambiamento non potrà essere, il correggere le linee guida del browser potrebbe però aumentarne l’appeal con i navigatori e limitare almeno in parte l’emoraggia di utenza verso la concorrenza.
Tra i problemi principali del browser, però, va annoverata soprattutto la sicurezza: il bollettino di Novembre rilasciato da Microsoft in anticipo rispetto alle scadenze tradizionali non ha infatti chiuso l’ultima importante falla riscontrata nel browser ed ora gli utenti di IE devono sottostare al rischio MyDoom senza possibilità di risoluzione. Unica alternativa: la fuga. Microsoft non sviluppa più IE ormai da tempo, limitandosi a varie release (attualmente distribuita la 6.0) dettate da esigenze di sicurezza.
La storia di Explorer è lunga, travagliata, ma onorevole. Tra colpi di ostruzionismo e scaltrezza di mercato Bill Gates è riuscito ad imporre il proprio browser sulla quasi totalità dei pc sul mercato e grazie a questo importante ariete ha addirittura in parte dettato le leggi di sviluppo della programmazione del web. IE è ora padrone incontrastato del settore da anni e storicamente la battaglia che ha portato alla situazione attuale va ricondotta ad una precisa settimana del 1996, quando in quasi contemporanea nacquero i due capisaldi della navigazione: Netscape 3.0 ed IE 3.0. Da allora il tutto è stato combattuto tra standard W3C e aule di tribunale, con la vittoria finale di una Microsoft che ha chiuso con una storica maxi elargizione ogni contenzioso.