Il mercato della musica digitale è in netta espansione a livello mondiale e nel 2011 si è registrato un notevole incremento in tal senso: con il Digital Music Report 2012 si stima un 8% in più di fatturato rispetto al 2010, pari a 5,2 miliardi di dollari e al 32% del mercato globale della musica. Dati incoraggianti, ma ancora non è abbastanza per prevenire un nuovo declino di tale segmento, in difficoltà da anni a causa della pirateria.
Il nuovo Digital Music Report 2012 è stato presentato da Ifpi, ovvero l’International Federation of Phonograpic Industry, e vi sono molti spunti interessanti sui quali le major discografiche potranno focalizzarsi per continuare l’avanzata di tale mercato. Per esempio, si segnalano ottimi risultati per i servizi musicali in abbonamento, che hanno registrato un 65% di utenti che preferiscono scaricare sistematicamente i brani piuttosto che una singola traccia o di un intero album. Nonostante tutto, il download di singoli è salito dell’11%.
Negli Stati Uniti, i canali digitali hanno superato di gran lunga i formati di vendita su supporto fisico, come si legge nel report:
«Globalmente, il 32 per cento dei ricavi dell’industria musicale provengono dal digitale evidenziando quindi un segnale di innovazione nei confronti di altri settori come il cinema, i libri, i media.»
Il volume dei brani musicali venduti in via digitale è cresciuto del 24% nel corso del 2011, soprattutto in Francia, con un aumento del 71%, con vendite di album su iTunes lievitate del 25% in seguito all’adozione della tanto criticata legge HADOPI anti-pirateria. Nonostante tutto, si dovrà lavorare ulteriormente per tentare di limitare la diffusione di contenuti pirata, come sottolineato da Frances Moore, amministratore delegato di Ifpi:
«Non dobbiamo mollare la presa. Abbiamo bisogno di una legislazione attenta e rigorosa da parte dei governi per combattere il fenomeno dello scambio illegale di contenuti digitali. La crescita passa anche attraverso l’innovazione e lo sviluppo di nuovi modelli di business basati ad esempio sulla pubblicità, in grado di finanziare il business legale della musica in Rete».