«Rapporto 2006 Economia della musica in Italia»: è questo il nome del rapporto ASK (Art Science and Knowledge) dell’Università Bocconi con cui è dipinta la profonda rivoluzione interna che il mondo della musica sta vivendo in Italia così come a livello internazionale. Spiega Reuters: «il rapporto, realizzato in collaborazione con Dismamusica (Associazione distribuzione industria strumenti musicali e artigianato), FEM (Federazione editori musicali) e SCF (Società Consortile Fonografici), propone una visione d’insieme del mercato musicale italiano, creando una ricostruzione teorica che poggia su diverse fonti, che vanno dai rapporti sull’argomento di istituzioni nazionali e internazionali alla letteratura economico manageriale relativa al sistema della musica».
Secondo il comunicato ufficiale ASK «il mercato italiano nel suo complesso è dunque sostanzialmente stabile, in linea con la tendenza dei principali mercati mondiali. Si notano invece variazioni nei diversi segmenti. Mentre la discografia cala del 4,9%, la distribuzione digitale di musica cresce del 101%. Crescono i diritti discografici, stabili i mercati degli strumenti musicali e gli spettacoli dal vivo, il ballo subisce invece una flessione del 10%». Il commento di Andrea Ordanini, coordinatore della ricerca per il centro ASK chiosa: «i risultati illustrano un cambiamento strutturale oramai irreversibile. Fino a pochi anni fa, infatti, il sistema musica ruotava attorno ad un’industria dominante, la discografia, che ne determinava gli sviluppi […] Oggi, e ancor di più in futuro, il music business si presenta come un sistema aperto, ove differenti soggetti sperimentano muove modalità di sfruttamento economico dei contenuti musicali, dalle suonerie telefoniche alle sincronizzazioni pubblicitarie».
L’Italia è all’ottavo posto al mondo per il volume d’affari generato nel mondo della musica, «un fatturato 18 volte inferiore rispetto agli USA e cinque rispetto al Regno Unito». In aumento l’ammontare generato dalla vendita di strumenti musicali: +2.1% rispetto al 2004. In pratica, chiarisce il presidente Dismamusica Antonio Monzino, «ogni anno circa un milione di persone acquista uno strumento musicale e produce musica».
Particolarmente interessante è in chiusura il commento di Paolo Corsi, presidente FEM (Federazione editori musicali): «il Rapporto conferma un doppio trend: la continua crescita degli incassi relativi al diritto d’autore rispetto a quelli della discografia e il ruolo di primo piano che il diritto d’autore, nelle sue varie declinazioni, rappresenta all’interno del sistema musica. Riteniamo però utile valutare quale sia la reale natura di questo incremento. Opportuno chiedersi, per esempio, quanto l’aumento dipenda dalla crescita dei consumi e quanto dalla regolarizzazione nella corrisponsione del diritto d’autore. Prioritario risulta comunque il consolidamento legislativo e amministrativo delle nuove piattaforme».
Il rapporto ASK, molto dettagliato e particolarmente interessante nelle specifiche analisi apportate, è liberamente consultabile online (PDF).