Lo streaming legale dei brani musicali comincia a dare ottimi segnali per la lotta alla pirateria. Il numero degli utenti che utilizzano i servizi peer-to-peer (P2P) per scaricare la musica online è infatti diminuito del 17% tra il 2011 e il 2012. Di conseguenza, il volume di file musicali scaricati illegalmente da tali servizi è sceso del 26% nel giro di un anno esatto.
I nuovi dati provengono da uno studio condotto da NPD, che mostra come l’attività illegale di download su P2P stia diminuendo, andando a netto favore dell’industria. In generale, sono in calo tutte le attività che riguardano proprio la condivisione della musica in maniera non legale: sono infatti molto meno coloro che usano un CD originale prestato da amici o parenti per masterizzarlo (-44%); il numero dei file musicali scambiati da hard disk è sceso del 25% e il volume di download da servizi online è calato del 28%.
Lo studio di NPD, che ha preso in analisi gli Stati Uniti d’America, attribuisce il merito di tali risultati alla crescente diffusione dei servizi gratuiti di musica in streaming, quali ad esempio Spotify e Rdio. Se insomma la condivisione di file P2P ha raggiunto l’apice nel 2005, negli ultimi anni si è verificata una costante flessione di tale attività tra gli utenti e nel 2012, in particolare, sono pervenuti ottimi risultati per l’industria del settore. Spiega infatti Russ Crupnick, vice presidente senior del settore analisi di NPD, che:
Per l’industria della musica, che sta lottando contro la pirateria digitale da oltre un decennio, l’anno scorso è stato un anno di progressi. Negli ultimi anni abbiamo visto una minore attività P2P, perché l’industria della musica ha usato i contenziosi per spegnere Limewire e altri servizi; molti tra coloro che hanno continuato a usare i servizi P2P hanno riportato un’esperienza d’uso povera, a causa dei dilaganti spyware e virus sui siti P2P illegali.