Non è di certo una resurrezione pari a quella del vinile, eppure anche l’universo delle musicassette mostra interessanti segni di ripresa. Nelle ultime settimane, ad esempio, è emerso come numerosi produttori di nastri si siano rimessi sul mercato, anche impiegando nuove tecnologie. E oggi arriva la conferma di un settore in lento ma importante recupero, così come evidenziato dal recente Research Music Year-End Report di Nielsen Media: nel corso del 2017, la crescita USA è stata del 35%.
Il dato si riferisce unicamente agli Stati Uniti e, di primo acchito, i numeri possono sembrare esigui: lo scorso anno sono state infatti vendute 174.000 cassette, per un 35% in più rispetto al precedente 2017. Cifre non di certo estese come quelle del vinile, con decine di milioni di copie vendute entro il 31 dicembre, ma certamente incoraggiante: non si vedevano risultati simili dal 2012.
Non sono però i grandi artisti a conquistare l’utenza, bensì le colonne sonore: la cassetta di “Guardiani della Galassia” è infatti la più venduta dell’anno. Seguono quindi alcuni artisti della scena rock, come i Kasabian, quindi un nugolo per nutrito di band emergenti, per le quali il nastro rappresenta una forma molto economica ed efficace d’investimento.
Le precise ragioni del ritorno alla musicassetta non sono state al momento esplicitate, poiché si tratta di un formato assai diverso rispetto al vinile. Oltre all’innegabile effetto nostalgia, quest’ultimo può infatti pregiarsi di un’elevata qualità audio, peculiarità che il nastro non sempre può garantire. Vi sono ovviamente delle eccezioni, come le ormai introvabili cassette “Metal – Type IV”, ma è necessario dotarsi di un impianto adeguato con opzioni avanzate di riduzione del rumore. Allo stesso tempo, però, la cassetta potrebbe rappresentare il mezzo più veloce e comodo per riappropriarsi fisicamente dell’ascolto musicale, in un periodo storico dove album e brani sono del tutto dematerializzati, tra digital delivery e streaming.