Non solo smartphone, tablet, laptop e i più svariati device: al Mobile World Congress di Barcellona si parla anche di streaming. A farlo una voce autorevole come quella di Reed Hastings, CEO di Netflix, la piattaforma di fruizione online più popolare al mondo. Dopo una breve introduzione dedicata alle serie di maggior successo del gruppo, da “Stranger Things” a “The Crown”, il CEO è salito sul palco per un’intervista con Francine Stock di BBC Radio 4. Ed è subito tempo per i meritati riconoscimenti: quello per il primo Oscar conquistato ieri sera dal servizio, per il documentario “The White Helmets”.
Hastings ha innanzitutto spiegato come il mercato mobile sia molto importante per Netflix, soprattutto nei paesi emergenti, come quelli in Asia e Africa raggiunti lo scorso anno con l’espansione in oltre 190 nazioni. Per assecondare questo trend, la società punterà più sulla produzione di contenuti globali, come “Ultimate Beastmaster”, ma anche rafforzando il focus sul binge-watching. Sempre più emittenti lineari, spiega il CEO, si convertiranno infatti a questo sistema di consumo da parte del pubblico. Una concorrenza che non sembra però preoccupare Netflix, perché i sistemi alternativi, da BBC iPlayer a YouTube Red, aggiungono possibilità all’utente, anziché sottrarle ai lidi del colosso.
Per fornire un servizio ottimale, Netflix ha ovviamente bisogno di connessioni veloci, con un accesso broadband pressoché universale. La società sta investendo sia sul fronte server che sul codice, ma anche lavorando direttamente con gli ISP mondiali, soprattutto con tecnologie di adaptive streaming e di consumo intelligente di banda. Nel mentre, sebbene Netflix creda fortemente nello streaming, l’esperimento del download, avviato a fine 2016, si starebbe rivelando una soluzione idonea per rispondere alle esigenze di quegli utenti che non possono sempre approfittare di connessioni veloci o, ancora, sono abbonati a provider con data-cap. Non è però tutto, poiché la società sta lavorando senza sosta nel miglioramento dell’immagine a bitrate sempre più bassi, con nuove tecnologie di codifica che permettano una fruizione di alto livello anche con disponibilità di banda poco generose.
Sul fronte mobile, invece, Netflix è molto soddisfatto dalla volontà di alcuni produttori, come LG e Sony, di includere lo standard HDR nei loro smartphone. Uno standard su cui Netflix ha scommesso ormai da diverso tempo, poiché la resa del colore è tanto importante quanto la risoluzione. Lo stesso Hastings ha seguito “The Crown” via mobile, ritenendo l’esperienza d’uso del tutto stupefacente per la qualità dell’immagine ottenuta. Naturalmente, per Netflix sono più fondamentali i contenuti che le dimensioni a schermo: l’azienda non elabora infatti show specificatamente pensati per il mobile, quali video verticali o quadrati, preferendo invece proposte che possano adattarsi a qualsiasi esigenza.
Per lo streaming, determinante è anche il confronto con la pirateria. Hastings spiega come, grazie a servizi a pagamento concorrenziali e dai cataloghi avvincenti, il ricorso a piattaforme illegali andrà progressivamente scemando: gli utenti, infatti, non sentiranno il bisogno di cercare i loro show preferiti in lungo e in largo per il web, poiché potranno accedervi in qualsiasi momento con una spesa davvero contenuta.
In merito ai contenuti, Hastings sottolinea come il servizio sarà sempre più globale, ma anche locale: negli ultimi mesi, l’azienda ha infatti investito in produttori sparsi per il Pianeta, dall’Inghilterra con “The Crown” al Brasile con “3%”, per poi lanciarli in tutto il mondo. La produzione sarà quindi sempre più geograficamente definita, mentre la fruizione sempre più universale. Non ultimo, vi sarà sempre una maggiore differenziazione: non solo serie TV, ma anche lungometraggi, documentari, stand-up comedy, reality, show animati e molto altro ancora. È proprio questa attenzione ai contenuti, che conferma l’importanza di Netflix nel panorama in continua evoluzione dell’intrattenimento: il gruppo ha infatti assecondato le necessità dei consumatori, sia in termini di tempi che di gusto, ma ha anche liberato la creatività dei produttori, i quali hanno potuto realizzare degli show con linguaggi nuovi, altrimenti impossibili per le emittenti tradizionali. Emittenti tradizionali che, almeno inizialmente, hanno temuto l’avvento dello streaming per paura gli utenti potessero disattivare i loro abbonamenti alla pay TV, mentre oggi appare evidente come questi due universi possano convivere pacificamente, proponendo offerte differenti.
Infine, Hastings ha voluto specificare come internet sia il media più globale che l’umanità abbia mai visto e, proprio per questo, Netflix sta imparando di giorno in giorno, indagando tutte le possibilità che il futuro potrà garantire. Fra 5 o 10 anni, ad esempio, la qualità del servizio potrebbe essere incommensurabilmente migliore rispetto a quella odierna e, ancora, la piattaforma aprirà di certo inedite vie per la creatività. D’altronde, già oggi si vedono gli arbori di una simile lungimiranza: show come “Narcos”, realizzato in due lingue, prodotto negli Stati Uniti e girato in Colombia con troupe francesi, ben rappresenta gli sforzi del gruppo. “The Crown”, invece, mostra come show che in TV avrebbero potuto godere di nicchie ben limitate di pubblico possano, grazie alla Rete, trovare clamore internazionale. Quel che riserverà il futuro non è ancora dato sapere, si tratti della realtà virtuale o di futuristiche lenti a contatto multimediali, ma Netflix rimarrà flessibile: “impareremo e ci adatteremo”.