Fin dalle sue prime edizioni di fine anni ’80 (sapevate che nel 1990 la fiera è stata ospitata da Roma?), il Mobile World Congress ha rappresentato l’appuntamento più importante dell’anno per conoscere le novità in arrivo nel mercato della telefonia. Con l’avvento degli smartphone abbiamo assistito dapprima a un progressivo incremento nella diagonale dei display e a un aumento della potenza di calcolo integrata, poi a una sorta di standardizzazione delle componenti interne e a un maggiore focus sui servizi. L’edizione 2018, ormai alle porte, avrà il non semplice compito di mostrare come il territorio mobile sia ancora in grado di innovare e innovarsi, cambiando rotta rispetto alla sostanziale piattezza di quella che l’ha preceduta.
MWC 2018: fotografia e mobile
Al MWC 2018 sarà grande protagonista la fotografia. È quanto emerge dagli annunci della vigilia. Prendiamo in considerazione il top di gamma che, salvo sorprese dell’ultima ora, dovrebbe catalizzare l’attenzione, il Galaxy S9. “The Camera, Reimagined” è il claim scelto per accrescere l’hype in vista dell’annuncio, uno slogan riferito al modulo fotografico con apertura variabile in grado di adattarsi alle varie condizioni di luce e ai diversi contesti. Lo vedremo in azione tra pochi giorni, ma fin da ora non abbiamo dubbi sul fatto che ad accompagnarne l’unveil troveremo delle splendide immagini. Intanto, per il teaser (al minuto 00:15), Samsung ha pescato dalla libreria di uno stock online.
Lo stesso accadrà con il prossimo flagship di casa Huawei, con tutta probabilità chiamato P20 e in arrivo a fine marzo. Il produttore parla di un nuovo Rinascimento della Fotografia, sottolineando come l’intelligenza artificiale giocherà un ruolo sempre più importante in quest’ottica di evoluzione.
Stiamo entrando una nuova era. Un’era in cui la tecnologia ci aiuterà finalmente a far emergere il nostro potenziale creativo. Un’era in cui l’Intelligenza Artificiale eliminerà le barriere all’apprendimento e alla conoscenza, così potremo esprimerci in modi che non credevamo possibili. L’unico limite? La nostra immaginazione.
L’era della fotografia mobile?
Stiamo dunque entrando in un’era in cui dispositivi come gli smartphone saranno in grado di rimpiazzare in tutto e per tutto le fotocamere più tradizionali (compatte, mirrorless, reflex e così via)? No e non c’è nemmeno da augurarselo. Non si corra il rischio di confondere una bella foto con una buona foto. Se da un lato è innegabile quanto l’adozione di soluzioni avanzate spesso basate sull’IA sia in grado di restituire risultati di sicuro impatto, non va dimenticato che si tratta pur sempre di artifici: qualcosa sta ritoccando per noi lo scatto acquisito, individuando senza il nostro intervento dove agire e in che modo farlo mediante l’applicazione di filtri o correzioni. Pensiamo alla simulazione dell’effetto bokeh in un selfie o in un ritratto e all’eliminazione del rumore per le immagini acquisite in notturna.
Un software sta mettendo mano alla nostra fotografia, privandoci di fatto della libertà di sbagliare e innescando una tendenza che può potenzialmente condurre verso una standardizzazione del risultato finale. L’assenza di veri controlli manuali e le dimensioni inevitabilmente ridotte di sensori e ottiche sono gli altri fattori che, almeno per il momento, ci portano a pensare come il gap tra uno smartphone e una fotocamera sia ancora incolmabile. Certo, se tutto ciò di cui abbiamo bisogno è un’immagine da dare in pasto ai social, il problema non ci sfiorerà e saremo pronti ad abbracciare senza indugio questa nuova era della fotografia, sempre più artificiosa, sempre più mobile.