Avere 70 milioni di utenti ed essere il social network più grande del paese comporta delle responsabilità, specialmente quando terribili fatti di cronaca che coinvolgono dei minori riportano che l’adescamento è avvenuto attraverso internet. Così MySpace si adegua come può andando incontro alle richieste delle associazioni di genitori e ai governi locali per porre limiti a ciò che possono fare i minori sul proprio sito.
A dire il vero le nuove regole di MySpace non sono state giudicate opportune all’unanimità, ma tant’è, il social network sembra per il momento aver scansato le sterili polemiche sulla malvagità dei propri meccanismi di connessione tra utenti. La società di Rupert Murdoch ha infatti firmato un accordo con 49 stati dell’Unione che prevede la separazione dei profili dei minori da quelli degli adulti e l’istituzione di una task force che anche con la collaborazione di siti competitor e delle associazioni per la difesa dei minori compilerà un report ogni tre mesi per verificare lo stato della situazione.
Inoltre se un adulto vuole contattare un minore dovrà fornire delle prove che attestino che già lo conosce (cose come inserire la via dove abita o il numero di telefono) e i genitori che non vorranno abilitare i figli ad aprire un account su MySpace potranno inserire il loro indirizzo email e così inibirli.
I detrattori delle soluzioni approntate hanno avuto però vita facile poichè tutte le tecniche elencate si fondano sulla possibilità inequivocabile per MySpace di identificare con precisione l’età dei suoi utenti, cosa che in realtà è affidata unicamente agli utenti stessi che lo precisano al momento dell’iscrizione.
Su tale problema il social network non ha dunque una soluzione anche se ha dichiarato più volte negli ultimi tempi di essere al lavoro per sviluppare una tecnologia che sia in grado di verificare con maggiore sicurezza e precisione l’età di ogni avventore del proprio sito.