Ora è ufficiale: le mosse strategiche attorno a MySpace avevano lasciato supporre stesse per prender largo l’ipotesi di una cessione del gruppo e le conferme giungono ora dalla stessa proprietà News Corp. Rupert Murdoch, dopo aver a lungo elogiato la creatura acquistata in tempi non sospetti (2005, 580 milioni di dollari) per muovere i propri primi passi sulla rete, si trova costretto ad alzare bandiera bianca di fronte ad una caduta verticale che ha visto il social network cadere al cospetto dell’avanzata impetuosa di Facebook.
MySpace ha licenziato il 30% dei dipendenti, ha cambiato amministratore delegato, ha rivisitato l’interfaccia grafica del sito, ne ha plasmato il target, ha siglato un accordo con Facebook, ha provveduto ad un ulteriore taglio del 50% della forza lavoro (compresi gli uffici italiani in toto). Tutto ciò, però, non sembra bastare: News Corp, una volta tirati in barca i remi, intende ora trovare la miglior strategia di uscita dal mercato ed in questa fase MySpace è diventata ufficialmente un peso morto del quale doversi al più presto liberare.
Tre le ipotesi delineate dalla News Corp: la cessione diretta, la fusione o lo spin-off. Mike Jones, attuale CEO del social network, starebbe esplorando tutte le possibilità con una spada di Damocle sul capo: il tempo. La News Corp deve infatti liberarsi di MySpace il prima possibile poiché con il passare dei mesi i conti si farebbero più complessi ed il valore del network andrebbe giocoforza diminuendo.
Rupert Murdoch intende insomma liberarsi quanto prima del suo vecchio orgoglio per passare oltre: The Daily sta per partire e Murdoch ha nuovi interessi su cui posare la propria attenzione.