Google ha fagocitato Twitter ed ora fagocita MySpace. In entrambi i casi i contenuti entrano a far parte del flusso di informazioni che il motore di ricerca è in grado di gestire, portando così risultati “real time” agli utenti e fotografando quindi la copertura di specifici argomenti partendo dalle informazioni che le API fornite dalle due fonti “social” mettono a disposizione.
«Nel mese di Dicembre Google ha annunciato di voler implementare le MySpace Real-Time Search API, che spingono gli update dei nostri utenti a Google in tempo reale. L’implementazione è ora attiva su Google e non potremmo essere più eccitati per il fatto di essere la prima piattaforma di social networking ad aver avviato l’integrazione real-time con Google». Mike Jones, co-presidente MySpace e colui il quale ha firmato il post di presentazione del servizio, esprime tutta la propria soddisfazione per quanto posto in essere ricordando come l’esposizione dei contenuti e l’aumento del coinvolgimento nel network sia la base primaria della ricchezza dell’esperienza social di MySpace. Nella fattispecie l’integrazione delle API appare come una sorta di motore dedicato, qualcosa su cui fare affidamento per cercare materiale direttamente proveniente da MySpace.
I contenuti di MySpace su Google
Per il social network di Rupert Murdoch è questo un momento delicato. La bandiera bianca è stata infatti già sventolata nei confronti di Facebook, accettando un ruolo da comprimario in cambio di una sorta di precedenza sulle esperienze musicali che hanno fatto di MySpace quel che era prima dell’avvento dei social network di nuova generazione. La ristrutturazione dei vertici, l’adozione di Facebook Connect e l’approdo su Google per le ricerche in real-time sono ora iniziative conservative, finalizzate a mantenere vivo l’interesse sul gruppo e acceso il lume degli investimenti di Murdoch nel settore.
Non segnalati sul flusso in real-time delle SERP di Google, al momento, i contenuti Facebook e Google Buzz. Quest’ultimo servizio è novello e già soffocato da problemi di altra natura; il primo non ha invece al momento alcun interesse a fornire i propri contenuti a Google, preferendo un muro perimetrale a difendere gli utenti dall’occhio indiscreto del motore e lasciando in pasto ad esso soltanto i richiami derivanti dai nomi e dalle poche informazioni pubbliche che gli utenti lasciano per dar traccia di sé al mondo esterno alla propria community.
L’accordo con MySpace ha senso per entrambe le parti: il motore fagocita nuovi contenuti, mentre al contempo il social network trova nuova possibile linfa dalle ricerche effettuate sul motore. Chi abbia di più da guadagnarci, è cosa tutta da verificare. Certo è che Facebook, dalla propria posizione di tranquillo controllo quantificato in 400 milioni di utenti, ha tutto l’interesse ad oggi ad evitare Google per “vendere” la propria posizione a Bing (se non altro per una anteprima: lo scorso dicembre, infatti, Google annoverava anche Facebook tra i social network pronti a giungere sul motore occupando il flusso in tempo reale). In quest’ultimo caso, infatti, la leva contrattuale è opposta e, se tra MySpace e Google ad avere il maggior interesse potrebbe essere il social network, tra Facebook e Bing vale il contrario. Per questo la polarizzazione sta prendendo forma, ed è qualcosa che a Bing potrebbe restituire un traino di primario interesse.