Non si ferma la piaga dello spam per MySpace e non si ferma, fortunatamente, per il social network di News Corp. la striscia positiva di vittorie legali ai danni di chi utilizza pagine e profili per inviare messaggi spazzatura molesti e non richiesti.
L’ultimo dei bersagli che MySpace ha colpito con una causa iniziata un anno e mezzo fa è una società nota per fare promozione attraverso lo spamming in rete e che ha infestato il social network per un tempo sufficiente tale da raccogliere i dati per una causa da 6 milioni di dollari di rimborso (4,8 per danni e 1,2 in multe), che secondo i querelati costituirebbe il 95% in meno di quanto originariamente richiesto. MySpace, infatti, non è nuovo ai rimborsi milionari come testimonia la causa da 230 milioni di dollari di rimborso vinta qualche mese fa.
Media Breakaway, la compagnia in questione, è stata anche bandita dal social network poichè molti degli account da cui veniva propagato lo spam non erano di sua proprietà ma di normali utenti. Attraverso pratiche di phishing, infatti, riuscivano ad ottenere i dati per il login e propagavano così il loro spam. Sfortuna ha voluto che alcuni dei messaggi arrivassero da una community attrezzata sul piano della sicurezza. Riguardo le accuse, Media Breakaway ha dato tutta la colpa a degli affiliati che nel corso del tempo si sarebbero dimostrati, all’insaputa della società, soggetti molto poco raccomandabili.
Difficile, comunque, credere alla linea difensiva in quanto il proprietario della compagnia, Scott Richter, già nel 2005 veniva condannato a pagare 7 milioni di dollari in una causa per spamming che lo ha visto citato da Microsoft, mentre l’anno prima lo stato di New York aveva chiesto e ottenuto un rimborso di 50.000 dollari. Adesso il presidente della società, Steven Richter (padre di Scott) dichiara che da anni la sua compagnia cerca di essere pulita e che avrebbe semplicmente male interpretato le norme di MySpace in merito ai messaggi commerciali.