La storia di Namco, decennale protagonista del mondo videoludico, inizia nel lontano 1955 quando Masaya Nakamura fondò a Tokio la “NAkamura Manufacturing COmpany”, azienda inizialmente impegnata nella produzione di cavalli a dondolo a gettone e altre attrazioni destinate ai bambini in visita ai centri commerciali di Yokohama.
Questa attività continuò per tutti gli anni ’60 e furono stretti accordi commerciali anche con la Walt Disney per la produzione di questi “giocattoloni da cavalcare” basati sui personaggi della casa americana.
Il nome della compagnia fu contratto in Namco nel 1971 e dopo l’acquisizione della divisione giapponese di Atari nel 1974, entrò ufficialmente nel mercato dei videogame coin-op.
La “Namco Enterprises Asia Ltd.” aveva il suo quartier generale ad Hong Kong ma ben presto fu affiancata da “Namco America Inc.”, con sede in California.
Dopo essersi limitata a commercializzare gli arcade Atari, nell’ottobre del 1978 la Namco realizzò il suo primo videogame originale: Gee Bee, poco più di un clone di BreakOut, una specie di pinball 2-D che viene ricordato quasi unicamente per essere stato il primo gioco creato da Toru Iwatani, il geniale designer di Pac-Man che porterà la Namco al successo mondiale.
Se Pac-Man fu il titolo più noto, meritano di essere ricordati altri capolavori che hanno contribuito alla Golden Age del videogame: Galaxian, Galaga, Bosconian, Pole Position e in anni più recenti la serie Tekken e Ridge Racer, solo per citarne alcuni.
Nel maggio del 2005 la Bandai acquisì la Namco per 1,7 miliardi di dollari, dando vita dal settembre dello stesso anno alla “Namco Bandai Holding Inc.”, un colosso giaponesse il cui business è maggiormente focalizzato sui giocattoli piuttosto che sui videogiochi che rappresentano attualmente meno di un quarto del fatturato.