Un domani potrebbe esser possibile curare diverse malattie dall’interno del corpo umano, andando ad agire esclusivamente sulle cellule maligne. La dimostrazione giunge dagli Stati Uniti, in particolare dal Wyss Institute della scuola di medicina di Harvard, ove alcuni ricercatori sono al lavoro sulla realizzazione di nano-robot aventi il compito di analizzare alcuni tessuti malati con l’obiettivo di bloccare la replicazione di alcune cellule.
Nei laboratori di Harvard hanno avuto quindi luogo gli esperimenti di Shawn Douglas e Ido Bachelet, esperti di nanotecnologie, in collaborazione con il professore di genetica George Church. I primi test hanno dimostrato l’efficacia dei nano-robot realizzati come prototipi, i quali sono riusciti ad identificare le cellule da colpire ed a bloccarne la duplicazione iniettando un antidoto racchiuso nell’involucro dei robot stessi. Questi ultimi sono quindi in grado di modificare la propria forma, espellendo il carico al proprio interno al fine di uccidere le cellule malate.
Nel corso degli esperimenti in laboratorio, i nano-robot sono riusciti a riconoscere con esattezza le cellule malate durante lo studio di tessuti affetti da leucemia e linfoma, ma secondo i ricercatori sarebbero molte altre le malattie che tale soluzione innovativa potrebbe essere in grado di sconfiggere, a partire dal cancro. Rispetto alle tradizionali cure, l’approccio mediante nano-robot si distingue per la sua efficacia nell’andare a colpire esclusivamente le cellule infette, lasciando integre quelle sane senza quindi danneggiare le porzioni di tessuto da escludere dalla terapia.
La fase di test ha avuto luogo in una prima fase utilizzando piastre di Petri e per un utilizzo all’interno del corpo umano i ricercatori hanno già sottolineato la necessità di una serie di modifiche alla struttura dei nano-robot utili a far sì che questi possano svolgere efficacemente il proprio compito in un ambiente sensibilmente diverso. Le nanotecnologie potrebbero quindi rivelarsi particolarmente utili per il settore medico, aprendo le porte a nuove sfide nel campo della medicina e della cura di malattie ritenute fino ad oggi inguaribili, oppure di difficile guarigione.