Nanotubi al carbonio per raffreddare la CPU

I ricercatori del Lawrence Berkeley National Laboratory hanno travato il modo di migliorare la dissipazione del calore che viene generato in un processore.
Nanotubi al carbonio per raffreddare la CPU
I ricercatori del Lawrence Berkeley National Laboratory hanno travato il modo di migliorare la dissipazione del calore che viene generato in un processore.

Uno dei principali fattori che impediscono l’aumento della frequenza di clock dei processori è rappresentato dal calore generato durante il funzionamento dei core della CPU. Gli attuali sistemi di raffreddamento rallentano la dispersione del calore, in quanto i materiali utilizzati non possiedono un’elevata conduttività termica. Con la collaborazione di Intel, i ricercatori del Lawrence Berkeley National Laboratory sembrano aver trovato la soluzione al problema: nanotubi al carbonio.

La loro ottima conduttività termica è nota da diversi anni, ma questa proprietà viene annullata dalla elevata resistenza termica tra essi e altri componenti, che ne impedisce la perfetta adesione all’interfaccia metallica. Lo studio, pubblicato sulla rivista Nature Communications, dimostra invece che il contatto tra i nanotubi e il metallo può essere migliorato utilizzando un composto organico che forma forti legami covalenti tra il carbonio e lo strato metallico sulla sommità della CPU. In questo modo, si ottiene un materiale con una conduttività termica sei volte maggiore. La tecnica funziona con alluminio, silicio, oro e rame. Lo strato di nanotubi ha uno spessore di soli 7 micron.

La riduzione della resistenza termica, associata all’elevata conducibilità termica, permette di trasportare il calore in modo più efficiente e quindi lontano dalla CPU. Il miglioramento dello scambio termico tra carbonio e metallo consentirebbe teoricamente di innalzare le frequenze di clock del processore, oppure aumentare l’intervallo di tempo in cui i core funzionano in modalità Turbo Boost. Intel potrebbe inserire questo layer sia tra la CPU e la piastra metallica, sia tra quest’ultima e il dissipatore per ottenere i risultati ottimali.

I ricercatori continueranno ad ottimizzare la tecnica per cercare di incrementare il numero di nanotubi che entrano in contatto con lo strato metallico.

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