Per un’attività commerciale o di ristorazione, comparire su un motore di ricerca significa poter essere costantemente reperibili e raggiungibili da potenziali nuovi clienti. Se però le informazioni riportate sono errate, incomplete o fuorvianti, il rischio è quello di produrre esattamente l’effetto contrario. È quanto accaduto alla pizzeria Brandi di Napoli, che senza alcun motivo plausibile nei mesi scorsi si è vista etichettare come “definitivamente chiusa” sulle pagine di Google.
Non appena venuti a conoscenza del problema, in seguito alle molteplici segnalazioni di albergatori e avventori, i gestori hanno contattato bigG per chiedere l’immediata rettifica dell’informazione, che però è rimasta invariata per un periodo di almeno dieci giorni (dal 25 aprile al 5 maggio). Quanto si è verificato, secondo l’azienda, avrebbe causato un notevole danno d’immagine al marchio. Da lì la decisione di intentare una causa legale nei confronti di Google, chiedendo un risarcimento quantificato economicamente in un milione di euro. Ora, come si può vedere dallo screenshot allegato di seguito, la scheda riporta “Oggi aperto”, con indicazioni dettagliate e corrette sugli orari di apertura.
Non è dato a sapere quali siano i motivi che hanno portato la pizzeria Brandi ad essere etichettata come “chiusa” sul motore di ricerca. L’avvocato Angelo Pisani che rappresenterà l’azienda in tribunale focalizza però l’attenzione su un altro punto: è necessario tutelare le attività affinché non finiscano a loro insaputa per trovarsi nella medesima situazione, incappando in danni d’immagine ed economici, a beneficio esclusivo della concorrenza. Queste le sue parole, riportate sulle pagine di Repubblica.
I signori di Mountain View dovranno spiegare come sia stato possibile un errore del enere e provvedere al risarcimento fino a ripristinare e sanare i danni all’immagine causati al marchio Brandi.
Abbiamo raggiunto la divisione italiana di Google per un commento su quanto accaduto. L’articolo verrà aggiornato in caso di comunicazioni.