Avrà il nome e il logo di Napster. Ma gli appassionati di musica online stenteranno a trovare, nel nuovo servizio che Roxio lancerà a Natale, qualche somiglianza con il padre di tutti i siti di file sharing. Napster 2.0, infatti, avrà la benedizione delle cinque maggiori case discografiche, le quali avranno il diritto di decidere quello che gli utenti potranno fare con i brani legalmente acquistati.
A parte il nome, che Roxio acquistò l’anno scorso insieme ai beni del defunto Napster, la versione 2.0 non avrà niente a che vedere con il suo rivoluzionario predecessore. Sarà un servizio musicale a pagamento tra i tanti. Rispetto ai concorrenti, però, tenterà di avere qualche arma in più. Non solo il nome e il logo, che ancora esercitano un certo fascino su una larga fetta di navigatori. Il nuovo Napster punterà soprattutto sulla quantità, sulla convenienza e sulla flessibilità.
Secondo il presidente di Roxio Chris Gorog, che ha presentato il nuovo servizio ieri durante la Jupiter Plug.IN Conference di New York, Napster 2.0 debutterà con un’offerta di 500 mila brani, surclassando tutti i diretti concorrenti: BuyMusic.com, che ha debuttato la settimana scorsa, permette di scegliere tra 300 mila file, Apple iTunes si ferma a circa 200 mila. Per quanto riguarda i costi, è prevedibile che Napster 2.0 tenterà di piazzarsi nella fascia più bassa, nella quale attualmente è possibile scaricare un brano per 79 centesimi e un intero CD per circa 8 dollari. Infine, il nuovo Napster fornirà la possibilità di acquistare brani sia tramite un abbonamento mensile, sia pagandoli uno per volta.
Gorog conta di poter dare agli abbonati la possibilità di masterizzare i CD scaricati e di ascoltare gli MP3 su dispositivi portatili, una libertà che finora le case discografiche hanno concesso soltanto all’iTunes di Apple. «Abbiamo trovato le case discografiche molto più permissive in termini di regole d’uso», ha dichiarato il presidente di Roxio. Gli abbonati potranno inoltre ascoltare stazioni radio programmate sui loro gusti ed accedere ad interviste ed altro materiale esclusivo sui loro artisti preferiti.
Gorog si mostra ottimista sul successo dell’iniziativa: «Circa il 97 per cento degli appassionati di musica online conosce il marchio “Napster”», ha dichiarato, «e la metà di questi ha indicato che sarebbe disposta a pagare per un servizio del genere». Secondo gli analisti, la popolarità del marchio potrà aiutare. Ma le esperienze del passato dimostrano che i navigatori non firmano cambiali in bianco a nessuno. Napster 2.0 sarà un sorvegliato speciale.