Napster chiude i battenti. O, almeno, li apre Rhapsody al posto suo. Il principale concorrente del padre del file-sharing ha infatti acquistato Napster, come aveva annunciato i primi di ottobre scorso Jon Irwin, presidente di Rhapsody.
Non è la prima volta che il P2P in questione smette di funzionare. Divenne disponibile nel 1999, e nel luglio 2001 Napster fu costretto a chiudere l’attività a causa dei problemi con la violazione di copyright, e costretto a pagare 26 milioni di dollari come risarcimento danni, che cercò di recuperare offrendo il servizio di file-sharing a pagamento.
Nel 2002, Napster fu acquistato da Bertelsmann e il servizio tornò a funzionare da maggio a settembre, quando poi chiuse, obbligato dal tribunale e costretto alla liquidazione. Il Micio licenziò la maggior parte dei dipendenti in quell’occasione e sul sito apparve la scritta: “Napster era qui“. Nel 2003 rinacque legalmente, come servizio di download per MP3 e streaming, sotto la guida di Roxio prima e BestBuy dopo.
Per anni, agli occhi di un giudice Napster fu sinonimo di illegalità e negligenza. Il servizio offerto mandò in rovina le case discografiche, che oggi sono in crisi come mai. Adesso i suoi abbonati passeranno a Rhapsody, nuovo proprietario del Micio, che auspichiamo coccolerà per bene.