Arriva Napster, è ufficiale. L’annuncio non lascia in pasto ai commenti una data precisa, ma il range temporale è limitato al termine dell’estate 2004. Nella sfida di velocità al succulento boccone europeo, dunque, Napster parte con un leggero anticipo. Ma c’è da attendersi una subitanea reazione da parte di Apple.
Napster sbarcherà in Europa partendo dall’Inghilterra. Di qui l’espansione andrà avanti a progetti singoli per ogni nazione, rendendo così più snello ed agevole il discutere con le singole legislazioni i termini per gli accordi contrattuali. Il servizio, da quanto si evince dagli annunci, non sarà una semplice succursale della madrepatria statunitense, ma costituirà piuttosto un nuovo nucleo dai contenuti organizzati ed in grado di sposare con adeguata attenzione l’utenza del vecchio continente.
Visti gli ultimi eventi d’oltremare, c’è ora da aspettarsi una qualche novità in Europa anche in tema di P2P: principale nemico di chi offre prodotti in ottemperanza alle leggi di tutela sul copyright, i fenomeni legati al file-sharing negli States sono stati osteggiati con imponenti offensive legali, colpendo sfortunati capi espiatori al fine di limitare il fenomeno illegale (a tutto vantaggio dei nuovi servizi di vendita online di musica digitale). Il caso ha voluto poi che a capo della divisione inglese di Napster salisse tale Leanne Sharman, i cui rapporti con la Sharman’s Network del nemico putativo Kazaa, fino a prova contraria, si limitano alla semplice omonimia.