Andando ad inserire il tutto a metà tra l’operazione commerciale e la propaganda antipirateria, Napster annuncia l’accordo raggiunto con una serie di università statunitensi per portare il Music Store tra i ragazzi proponendo una alternativa al file-sharing «legale ed eticamente giusta».
Cornell University, George Washington University, Middlebury College, University of Miami, University of Southern California, Wright State University, Pennsylvania State University e University of Rochester: questi i nomi delle università titolari dei progetti pilota che intendono portare Napster a divulgare la musica digitale legale tra i campus.
Secondo Graham Spanier, presidente della Pennsylvania State University, il progetto è stato immediatamente accolto con largo favore dagli studenti e notifica come sarebbero stati registrati fino a 100.000 download in un solo giorno. Curioso notare come a distanza di anni Napster si ripresenti in università a lottare contro il proprio stesso passato, quello del P2P.
Gli studenti hanno accesso all’intera collezione Napster potendo vantare lauti sconti: un abbonamento pari a 3 dollari mensili è stato offerto agli studenti della Ohio University. In quest’ultimo campus un sondaggio preliminare ha misurato il grado di appeal della proposta (download illimitati, streaming illimitati, brani riproducibili solo sul pc: per masterizzare il tutto serve una apposita licenza a parte, con prezzi paritari alla classica offerta Napster).