Napster verso la bancarotta?

Dopo il licenziamento del 30% dei suoi dipendenti e dopo aver mandato all'aria l'accordo di acquisizione proposto da Bertelsmann, Napster registra anche le dimissioni di Konrad Hilbers amministratore delegato in carica.
Napster verso la bancarotta?
Dopo il licenziamento del 30% dei suoi dipendenti e dopo aver mandato all'aria l'accordo di acquisizione proposto da Bertelsmann, Napster registra anche le dimissioni di Konrad Hilbers amministratore delegato in carica.

I guai per Napster sembrano non finire. Il Chief executive Konrad Hibers ha rassegnato le dimissioni. In un comunicato,
la società ha scritto di aver “apprezzato il contributo dato da Konrad Hilbers
come amministratore delegato di Napster”. Dopo le dimissioni Konrad Hilbers
ha affermato: “Sono convinto che non aver accettato l’offerta è un errore.
Questo porterà la società in situazioni dove io non voglio trovarmi”.

Assieme a Hilbers si dimesso anche Shawn Fanning, il ragazzo che,
insieme a Parker, creò il programma Napster. Hilbers, che aveva assunto l’incarico
a luglio, avrebbe dovuto trasformare Napster, il più popolare e discusso
sito di file sharing gratuito, in un servizio a pagamento controllato dal
colosso discografico tedesco Bertelsmann, da cui lo stesso Hilbers proveniva. Secondo molti osservatori internazionali Napster sarebbe ormai sull’orlo del tracollo finanziario.

Il “buio” per Napster arriva a tre anni di distanza da quando Shawn
Fanning e Sean Parker decisero di dare vita ad un servizio per fornire file
musicali on line attraverso un software di file sharing gratuito. Nei suoi
momenti migliori Napster arrivò ad avere 60 milioni di utenti. Ma dopo i
grandi successi iniziali vennero alla luce i primi problemi legali. L’industria
discografica ha infatti duramente attaccato Napster, accusandolo di aver
favorito la pirateria musicale online e di violare le leggi sul diritto d’autore.
Ormai da più di un anno Napster non è più attivo, in ottemperanza alle decisioni
prese dalla giustizia federale statunitense.

Nel marzo scorso Napster ha praticamente azzerato tutte le possibilità di una trattativa con il colosso tedesco dei media Bertelsmann AG
per siglare un accordo di acquisizione. Circa il 30% dei dipendenti di Napster
è stato licenziato nelle scorse settimane. L’ex-fenomeno della new economy
sta cercando disperatamente di rimanere a galla nonostante il fallimento
delle trattative con Bertelsmann. Napster, come molte altre splendide realtà
sorte nel periodo d’oro della new economy, non è ancora stata in grado di
chiudere un solo bilancio in attivo e i pochi capitali che restano stanno
per esaurirsi.

Inoltre sul versante giudiziario Napster, è ancora impegnata in
un contenzioso legale con le più importanti case discografiche del mondo.
Infatti da quando Napster ha interrotto le attività considerate illegali
si sono moltiplicati i siti che, con caratteristiche più o meno simili, consentono
di scaricare musica da Internet praticamente gratis. Di conseguenza le case
discografiche (Sony, Emi, Bmg, Time Warner, Warner Music, Seagram, Universal,
Bertelsmann), sperano di ottenere una vittoria legale esemplare contro Napster
tale da creare un precedente da poter utilizzare per contenziosi analoghi.
Probabilmente la RIAA,
l’associazione che raccoglie i colossi dell’industria discografica Usa, avrà
facilmente partita vinta sia ora sia in futuro. Resta il fatto che poco ci
si preoccupa degli interessi dei consumatori considerando gli elevati prezzi
per l’acquisto di cd-rom musicali, conseguenza diretta della scarsa concorrenza
esistente tra le major discografiche e alla luce degli interessanti segnali,
ovviamente ignorati dalla lobby discografica, che provengono da realtà simili
a Napster come Morpheus, Gnutella, Audiogalaxy ecc. e cioè che il File Sharing rappresenta un ottimo incentivo all’acquisto di un CD

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