La NASA ha misurato tramite il rover Curiosity la più grande quantità di metano mai rilevata con il suo spettrometro laser. Non è di certo la prima volta che accade, anzi: questo gas è interessante perché sulla Terra viene prodotto soprattutto dagli esseri viventi, quindi animali e piante, ma può avere anche un’origine geologica.
Il picco di metano della rilevazione di Curiosity è stato di 21 parti per miliardo in volume (ppbv), misurato nel Gale Crater che il robot che esplorando. Non è di certo abbondante come sulla Terra, ma desta comunque interesse la sua presenza, dopo che diverse sonde sia in orbita che sul suolo lo hanno “annusato”. Di tutto questo ne parla il New York Times, con i risultati ufficiali che arriveranno il 25 giugno, in cui saranno svelati nuovi dettagli per comprendere il fenomeno.
Già 15 anni fa gli scienziati rilevarono su Marte per la prima volta la presenza di metano con Mars Express, la sonda dell’Agenzia Spaziale Europea lanciata nello spazio per studiare il Pianeta Rosso. Si pensava allora che la presenza di metano potesse essere solo una lettura errata dei dati, ma così non è a quanto pare.
L’interesse è diventato quindi altissimo, dato che sulla Terra la vita microbica è una importante fonte di metano. In ogni caso la formazione del gas può avvenire anche tra le interazioni dell’acqua con la roccia. Curiosity ha rilevato un picco nella presenza del gas, cosa che sembra avere un pattern stagionale. Grazie al suo “laboratorio chimico”, detto SAM (Sample Analysis at Mars ) è stato rilevato il metano, ma Curiosity non ha gli strumenti per dire quale sia la sua fonte. Ora il team dietro SAM ha organizzato un esperimento per avere più informazioni su questi picchi.
Bisognerà aspettare per conoscere l’eventuale fonte, ma già tra un giorno probabilmente si avranno più dettagli.