Dopo aver colonizzato la Terra permeandola al punto di divenire indispensabile per svariate attività, Internet guarda oltre i confini del nostro pianeta. Un progetto nato dalla collaborazione tra NASA e ESA, l’Agenzia Spaziale Europea, è stato infatti avviati nelle scorse settimane per verificare la possibilità di utilizzare un simile protocollo di comunicazione anche nello spazio, consentendo così la nascita di una vera e propria Rete intergalattica. Al momento, i primi esperimenti sembrano aver fornito risultati positivi, benché si tratti di prove basate su simulazioni non esattamente aderenti alla realtà.
Nello specifico, dalla Stazione Spaziale Internazionale è stato possibile controllare un robot costruito con i celeberrimi mattoncini Lego sfruttando quello che è stato battezzato Disruption Tolerant Networking, abbreviato come DTN, e nuovo protocollo per le comunicazioni nello spazio. Fine ultimo di tale test è la verifica dell’effettivo funzionamento di tale sistema in un simile contesto, aprendo le porte al controllo di robot su altri pianeti direttamente dalla Stazione Spaziale Internazionale o addirittura dalla Terra.
Gli ingegneri che hanno lavorato allo sviluppo di tale protocollo hanno dovuto affrontare non pochi problemi, essendovi importanti differenze rispetto alle comunicazioni tra nodi dislocati sullo stesso pianeta. Le distanze in gioco sono infatti superiori di diversi ordini di grandezza e di conseguenza anche i ritardi ad esse collegati: impossibile quindi utilizzare lo stesso sistema adoperato sulla Terra per Internet, motivo per cui è stata studiata una soluzione basata sullo storage delle informazioni da trasmettere all’interno di nodi intermedi tra la sorgente ed il destinatario. Ogni qualvolta un nodo riceve delle informazioni entra in modalità di attesa fin quando un nodo successivo non risulta disponibile a ricevere tali dati.
Ad effettuare l’esperimento è stato il comandante Sunita Williams, il quale ha potuto comandare un Mars Rover in miniatura dislocato in Germania utilizzando un portatile appositamente progettato dalla NASA. Per rendere maggiormente affidabile la simulazione è stato replicato un possibile contesto operativo, obbligando il robot a muoversi lungo un percorso accidentato ed ignoto, così come accade nelle missioni su altri pianeti. L’intera operazione, a detta della NASA, sarebbe stata svolta in tutto segreto verso la fine del mese di ottobre.