Studiare la composizione di Bennu sta aiutando a capire molto di più del nostro pianeta, la Terra. Diversi materiali ricchi di carbonio, indispensabili per ottenere la vita, sarebbero arrivati sulla Terra proprio con l’impatto di asteroidi simili a Bennu, studiato dalla missione OSIRIS-Rex (Origins, Spectral Interpretation, Resource Identification, and Security – Regolith Explorer) della NASA. I dati provengono da ben sette studi su diverse riviste del gruppo Nature, a cui ha contribuito anche l’Italia con l’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf).
La sonda dell’Agenzia spaziale statunitense ha impiegato due anni per raggiungere l’asteroide Bennu e si orienta grazie al sensore costruito in Italia dal gruppo Leonardo. Dallo scorso 3 dicembre orbita attorno all’asteroide per studiarlo, con l’obiettivo di raccogliere un campione da riportare sulla Terra. Con questi dati si è scoperto quindi che un asteroide simile in passato ha portato sul suolo terrestre materiali ricchi di carbonio, ma anche di acqua.
La Terra si è quindi formata in una zona arida, ma solo successivamente ha giovato di materia organica e acqua di origine extraterrestre, ha detto John Brucato dell’Osservatorio di Arcetri dell’Inaf all’Ansa. Alcune ricerche in precedenza avevano infatti sottolineato che l’acqua degli oceani ha una “firma” chimica corrispondente a quella dell’acqua degli asteroidi e non delle comete.
Inoltre Bennu ha riservato anche diverse sorprese, emerse dalle osservazioni della sonda OSIRIS-Rex: ha una composizione piuttosto inattesa. L’asteroide potrebbe essere più antico di quanto si pensa. Inoltre secondo i sette gruppi di ricerca provenienti da diversi Paesi e che hanno analizzato i dati, Bennu potrebbe avere addirittura tra i 100 milioni e 1 miliardo di anni. La sua formazione potrebbe essere avvenuta nella fascia di asteroidi tra Marte e Giove. Anche le caratteristiche geologiche sono particolari: durante la sua storia avrebbe inglobato pezzi di altri asteroidi di altre epoche.