NASA: il PhoneSat ha telefonato a casa

Il mini satellite ha inviato il primo segnale verso la stazione di terra. Il cubesat integra un Nexus S con sistema operativo Android 2.3 Gingerbread.
NASA: il PhoneSat ha telefonato a casa
Il mini satellite ha inviato il primo segnale verso la stazione di terra. Il cubesat integra un Nexus S con sistema operativo Android 2.3 Gingerbread.

PhoneSat 2.4, il piccolo satellite a forma di cubo lanciato in orbita il 19 novembre, ha effettuato la prima “telefonata” verso la Terra, confermando che tutti i sistemi di bordo sono pienamente funzionanti. Il cuore del cubesat è rappresentato da uno smartphone molto diffuso tra gli utenti Android fino a qualche anno fa, ovvero il Nexus S prodotto da Samsung. Gli ingegneri dell’Ames Research Center hanno modificato il dispositivo, integrando un chip radio che opera nella banda S, usata per comandare il satellite da remoto.

PhoneSat 2.4 è un cubo di circa 26 centimetri quadrati che pesa appena 1 Kg. Il successo del lancio conferma la possibilità di usare un normale smartphone per le comunicazioni nello spazio. L’uso di tecnologie di uso comune permetterà di creare una flotta di mini satelliti, spendendo una cifra irrisoria se confrontata ai milioni di dollari necessari per la realizzazione di un satellite di grandi dimensioni. PhoneSat 2.4 verrà utilizzato per testare un sistema di controllo dell’orientamento nello spazio.

Come il precedente PhoneSat 1.0, anche PhoneSat 2.4 usa un Nexus S con sistema operativo Android 2.3 Gingerbread. Lo smartphone fornisce al cubesat le risorse di calcolo, la memoria e le interfacce per la comunicazione, navigazione e alimentazione, il tutto assemblato in un involucro rugged prima del lancio. La dotazione hardware comprende anche router, batterie agli ioni di litio, pannelli solari, accelerometro, magnetometro, giroscopio e una radio StenSat che trasmette ad una frequenza di 437,425 MHz.

I PhoneSat serviranno da test per la futura missione EDSN (Edison Demonstration of Smallsat Networks). Otto piccoli satelliti, ognuno con il suo Nexus S, verranno utilizzati per verificare il funzionamento delle comunicazioni space-to-space. Ogni cubesat effettuerà misure scientifiche e trasmetteranno i dati agli altri, mentre uno di essi invierà tutte le informazioni verso la stazione di terra. La versatilità nel controllo e comando consentirà di mandare in orbita una flotta di mini satelliti che misureranno il clima della Terra, le condizioni del tempo nello spazio e altri fenomeni atmosferici.

Ti consigliamo anche

Link copiato negli appunti