Kepler va in pensione: ha esaurito le scorte di idrazina dopo aver trascorso gli ultimi nove anni nello spazio, dove ha scoperto oltre 2600 esopianeti. La NASA ha già deciso che il proprio satellite, dopo l’esaurimento del carburante, resterà parcheggiato sulla sua orbita e le sue operazioni possono considerarsi ormai concluse. Per il satellite Kepler non ci sono altre soluzioni perché non può ricorrere ai pannelli solari, visto che non è dotato di un motore elettrico.
Il lancio di Kepler è avvenuto il 7 marzo 2009 con un vettore Delta II dalla Cape Canaveral Air Force Station, mentre a bordo aveva circa 12 chili di idrazina, il combustibile utilizzato per il controllo orbitale e d’assetto dei satelliti. Al tempo era prevista una missione di poco superiore ai tre anni, ma la NASA era certa che la quantità di carburante prevista inizialmente sarebbe stata sufficiente per almeno sei anni. In un primo momento infatti si ritenevano sufficienti almeno 7-8 chilogrammi di carburante, ma il serbatoio era così capiente che il team di ingegneri decise di riempirlo completamente. La longevità di questa missione quindi è tutto merito della loro intuizione.
Le scoperte di Kepler
Kepler è stata la prima sonda progettata dalla NASA per studiare gli oggetti planetari fuori dal Sistema solare, ma nel corso della sua lunga missione è riuscita a scoprire l’incredibile diversità dei pianeti che esistono nella nostra galassia. Grazie ai dati da Kepler si è giunti alla conclusione che dal 20 al 50% delle stelle visibili nel cielo notturno potrebbero possedere piccoli pianeti situati all’interno della zona abitabile delle loro stelle progenitrici.
Durante la sua missione, Kepler ha subito anche dei guasti. Tra il 2012 e il 2013 ha registrato la perdita di due delle quattro ruote di reazione, che servivano a mantenere il telescopio puntato verso il bersaglio. La fine della missione sembrava ormai vicina e i tecnici della NASA decisero di aggiornare la sonda. Il telescopio, che venne così chiamato K2, venne riequilibrato con le ultime due ruote rimaste facendo però affidamento sul vento solare. Nel 2016 invece gli ingegneri si accorsero che il satellite era impostato in modalità di emergenza con una bassa operatività ma con un alto consumo di carburante. I tecnici ancora una volta riuscirono a garantirgli una nuova stabilità.
Intanto c’è anche un’altra sonda che sta per esaurire il proprio carburante. Presto infatti la NASA annuncerà la fine della missione di Dawn, i satellite che quando smetterà di funzionare verrà lasciato in orbita attorno al pianeta nano Cerere. Il lancio di Dawn risale addirittura al 2007 e da quel momento ha osservato senza sosta due oggetti del Sistema solare, l’asteroide Vesta e il pianeta nano Cerere.