La NASA sta valutando la possibilità di vendere posti sulla navicella che porta i suoi astronauti verso la Stazione Spaziale Internazionale, offrendo corse e biglietti chiaramente a caro prezzo. Una nuova fonte di entrate, quelle del turismo spaziale, che potrebbe portare un importante cambiamento all’interno dell’agenzia spaziale statunitense.
In diverse occasioni la Russia ha permesso far volare persone facoltose (lo fa dal 2001), che hanno pagato milioni di dollari per il viaggio nello spazio. E un trio di compagnie private sostenute da alcuni miliardari sta anche cercando di far uscire i turisti dall’atmosfera. Ad eccezione di un paio di rare eccezioni, come Christa McAuliffe, l’insegnante che uccisa quando lo Shuttle Challenger è esploso nel 1986, la NASA non ha permesso ai cittadini privati di viaggiare sui suoi veicoli.
Michael Gold, vice president of regulatory and policy di Maxar Technologies, sta guidando lo sforzo di riforma politica del consiglio consultivo: “proprio come gli albori dell’aviazione, queste attività iniziali contribuiranno a costruire l’infrastruttura e le fondamenta che possono portare a innovazioni future“, ha dichiarato.
La proposta, sostenuta venerdì da una sottocommissione consultiva della NASA, è nella sua fase nascente e fa parte delle mosse dell’agenzia per inserirsi meglio nella coscienza pubblica lavorando con il settore privato. Dovrà però essere approvata da tutto il consiglio consultivo e poi inoltrato all’amministratore della NASA, Jim Bridenstine. L’obiettivo è quindi trovare il miglior modo per la NASA di instaurare partnership col settore privato, oltre ad aumentare il suo appeal: probabilmente sta iniziando una nuova era.
Questo perché non si tratta solo di vendere biglietti per lo spazio: la NASA sta esplorando l’idea di permettere che il suo logo sia usato per scopi commerciali, oppure quella di usare i suoi astronauti in spot pubblicitari. Già è un brand, ora vuole monetizzare.
Una mossa che arriva mentre la Casa Bianca sta cercando di porre fine al finanziamento diretto della Stazione Spaziale Internazionale entro il 2025 e di consegnare il laboratorio orbitante a un’entità commerciale. In questo caso la NASA potrebbe chiedere milioni di dollari per un posto su una navicella sviluppata da Boeing o SpaceX.