Si chiama Aitken ed è il nuovo supercomputer della NASA annunciato da Hewlett Packard Enterprise (HPE). Sarà utilizzato per la modellazione e le simulazioni sia di entrata che di discesa e atterraggio per supportare il programma Artemis, cioè la missione che entro il 2024 porterà l’uomo sulla Luna. Questo nuovo mostro di potenza sarà installato presso l’Ames Research Center nella Silicon Valley, California, e permetterà di accedere a simulazioni complesse in meno tempo.
La potenza che riesce a sprigionare equivale a 3,69 petaflops: prende il nome è in onore a Robert Grant Aitken, astronomo statunitense. Il sistema i basa sulla piattaforma end-to-end HPE SGI 8600, con nodi di calcolo che contengono processori Intel Xeon di seconda generazione e networking InfiniBand di Mellanox.
Il supercomputer Aitken si compone in tutto di 1150 nodi e ha una memoria interna di 221 Terabyte. Ogni nodo ha 2 CPU da ben 20 core, per questo teoricamente riesce a superare i 3,69 petaflops. Non è di certo il supercomputer più potente al mondo, ma stando a questi dati si piazzerebbe al cinquantacinquesimo posto nella TOP500 della classifica dei supercomputer.
Il raffreddamento è chiaramente a liquido, ma userà anche la temperatura della Bay Area con metodi a evaporazione. Si tratta del primo di un potenziale 16 moduli che possono essere rapidamente costruiti e che potrebbero essere utilizzati sia per il calcolo che per l’archiviazione dei dati. Il concept si basa su un prototipo chiamato Electra, costruito nel 2016.
L’uso di moduli per l’alimentazione e il raffreddamento ha consentito di risparmiare tantissima energia e acqua. Il nuovo supercomputer sarà utilizzato da oltre 1500 scienziati e ingegneri, anche su progetti come lo sviluppo di un quadricottero più efficiente o la simulazione dell’interno del Sole. In cima all’elenco delle simulazioni c’è però il ritorno sulla Luna.