Si chiama Ultima Thule ed è l’oggetto spaziale più distante mai osservato da una sonda spaziale. New Horizons ha compiuto un passaggio ravvicinato e la NASA ha messo a disposizione la prima immagine dell’oggetto, che si trova a 6,4 miliardi di chilometri di distanza dalla Terra. Aiuterà gli scienziati a fornire nuovi dettagli sulla formazione del Sistema Solare.
Ultima Thule si trova nella fascia di Kuiper, oltre l’orbita di Nettuno: qui si trovano molti oggetti congelati e si sa davvero poco di questa remota zona del Sistema Solare. L’impresa non è stata di certo semplice, perché questo oggetto spaziale non è molto grande, ha un’estensione di 30 chilometri ed appena visibile dato che è molto distante dal Sole.
I tecnici della NASA hanno controllato New Horizons tramite un piano di volo programmato, dato che inviare e ricevere segnali dalla sonda impiega sei ore. Impossibile quindi i controllo “in diretta”, se qualcosa fosse andato storto gli scienziati NASA l’avrebbero saputo solo ore dopo. Fortunatamente tutto è andato per il meglio e i dati sono arrivati, insieme alla suggestiva immagine.
🚨First image of #UltimaThule! 🚨At left is a composite of two images taken by @NASANewHorizons, which provides the best indication of Ultima Thule's size and shape so far (artist’s impression on right). More photos to come on Jan 2nd! https://t.co/m9ys0VhmLA pic.twitter.com/qZu0KL8uJB
— Johns Hopkins APL (@JHUAPL) January 1, 2019
Per ora la definizione è scarsa, ma nelle prossime ore la NASA potrebbe riceverne altre più chiare e definite. Ultima Thule è un oggetto roccioso che sembra quasi una coscia di pollo, ma a breve l’agenzia spaziale statunitense diffonderà anche altre informazioni sulle caratteristiche. Solo entro 20 mesi si saprà quasi tutto su questo affascinante e lontano oggetto.
New Horizons è attiva dal 2006 e nel 2015 è passata vicino Plutone. Ora l’obiettivo è di avvicinarsi il più possibile a Ultima Thule, ma anche di comprendere meglio la fascia di Kuiper, scoperta solo negli ultimi 30 anni. Qui non ci sono asteroidi e studiarla potrebbe permettere di comprendere come si sono formati i pianeti del nostro Sistema.
Infine una nota di colore: il mitico chitarrista dei Queen, Brian May, che è anche un astrofisico, ha scritto una canzone dedicata allo storico passaggio ravvicinato.