Chris Kemp, ex chief technology officier della NASA, si tuffa nel cloud: dopo aver dichiarato durante la scorsa di primavera di avere in cantiere un progetto legato alla nuvola, infatti, Kemp ha annunciato l’arrivo di Nebula, una start-up che ha l’obiettivo di dare del filo da torcere a tutte le società che si occupano della realizzazione delle infrastrutture necessarie per allestire un datacenter cloud.
Grazie alle «decine di milioni di dollari» raccolti grazie ad una prima tornata di investimenti, Nebula può ora partire a pieno regime nella produzione di dispositivi hardware in grado di semplificare notevolmente la vita a tutte le aziende che intendono creare un’infrastruttura cloud senza avere a disposizione ingenti capitali economici per far fronte alle spese di allestimento a manutenzione che tali strumenti necessitano.
Nebula, nelle intenzioni di Kemp, si occuperà infatti di realizzare piccoli device contenenti al loro interno tutti i software necessari per creare un piccolo datacenter. Le dimensioni di quest’ultimo saranno poi legate al numero di dispositivi che ciascuna azienda acquisterà, garantendo inoltre la possibilità di realizzare sistemi scalabili in grado di adattarsi alle necessità del momento. Alla base del progetto figurano OpenStack, il software per il cloud computing nato da una costola di un progetto targato NASA, ed OpenCompute, l’iniziativa firmata Facebook per la realizzazione di datacenter efficienti ed economici.
A lavorare al progetto vi saranno poi figure di primo piano nel campo del cloud computing provenienti sia dall’Agenzia Spaziale degli Stati Uniti, sia da società come Google, Amazon e Microsoft. Una volta realizzati i primi dispositivi le aziende potranno avere un approccio totalmente diverso nei confronti del cloud, potendo allestire datacenter di varie dimensioni in maniera semplice e veloce, senza la necessità di creare appositi team di ingegneri specializzati nel settore.