Neelie Kroes si prepara a pubblicare una raccomandazione destinata a pesare in modo fondamentale sul futuro della connettività sul continente europeo. Nel ruolo di vicepresidente della Commissione Europea, ed al contempo in qualità di responsabile per l’Agenda Digitale dell’UE, la Kroes ha infatti delineato alcuni elementi base della propria proposta, spiegando che il progetto delineato avrà valore fino al 2020.
La Kroes, in particolare, ha spiegato come non intenda abbassare il costo dell’accesso alla rete in rame. Tale novità è del tutto benedetta dagli incumbent sul territorio (tra i quali Telecom Italia), poiché rappresenta una smentita rispetto alle velleità che la stessa Kroes aveva portato avanti nei mesi passati. Se in precedenza il monito della Kroes era finalizzato a mettere pressione sui grandi gruppi affinché investissero sull’infrastruttura (così da passare ad una nuova rete di maggiori capacità grazie alla fibra ottica), oggi l’approccio è del tutto contrario poiché tale pressione non sembra sortire particolari effetti.
Secondo la Kroes, insomma, abbassare il costo di accesso alla rete (di cui l’incumbent è proprietario) non offrirebbe alcuno stimolo agli investimenti, mentre il mantenimento dei prezzi attuali potrebbe viceversa offrire ai gruppi interessati le risorse per effettuare l’auspicato vantaggio. La raccomandazione (che sarà pubblicata nelle prossime ore) intende fare in modo che tutti i provider possano avere pari opportunità competitive, il che sembra voler candidare la Commissione ad un ruolo di vigile nel settore: ai provider maggiori diritti, agli incumbent parità di trattamento rispetto al passato. Ed in questa dinamica andrà trovato il ciclo virtuoso più opportuno per portare la rete verso una nuova dimensione.
Per costruire una nuova infrastruttura di rete all’altezza con le esigenze odierne servono circa 270 miliardi di euro: Neelie Kroes vuole anzitutto costruire il contesto migliore per stimolare tutti, offrendo maggiori opportunità a chi intende entrare sul mercato mentre al contempo si va a garantire chi già c’è tramite la proprietà dell’infrastruttura. Bastone e carota, insomma, per smuovere la situazione ed imporre un regime nuovo all’interno del quale identificare capitali e modalità di azione verso un obiettivo sempre più urgente e sempre più fondamentale: una rete efficiente, diffusa e capace per la banda larga in Europa.