L’Europa a sorpresa fa parzialmente marcia indietro sul tema delle NGN. Neelie Kroes, commissario UE all’Agenda Digitale, ha infatti dichiarato in poche parole che se gli operatori dimostreranno davvero di investire concretamente nello sviluppo delle nuove reti NGN, non verrà vietato loro di rivedere al rialzo un pochino i prezzi dei servizi in fibra e quelli delle attuali e consolidate reti in rame. Dichiarazioni ben differenti da quanto detto pochi mesi fa quando la stessa Neelie Kroes affermò che per spingere sullo sviluppo delle NGN bisognava abbattere i prezzi delle reti in rame in quanto troppo remunerative e quindi vantaggiose per gli operatori.
Tuttavia il nuovo ragionamento Neelie Kroes non farebbe una grinza.
Fibra ottica e rete in rame in molti territori risulterebbero in competizione tra loro e se i prezzi delle reti in rame (e quindi i guadagni derivati) venissero tagliati drasticamente, nessuno avrebbe più intenzione di investire seriamente nelle NGN. Dunque per l’Unione Europea se un operatore riesce a dimostrare di investire seriamente nelle NGN può adottare una politica economica e tariffaria più equilibrata per non mandare in fumo gli investimenti fatti.
Probabilmente lo spettro della crisi economica ha spaventato l’Unione Europa che teme che gli operatori preferiscano fare cassa e risparmiare piuttosto che investire. Dichiara in ogni caso il commissario UE all’Agenda Digitale.
Laddove i consumatori non vedono ancora le offerte di connessione in fibra, non saranno disposti a pagare un premium. In questo caso i prezzi della fibra riflettono i prezzi della rete in rame e abbassare i prezzi di accesso alla rete in rame ci manderebbe nella direzione sbagliata. Laddove vi è un serio e credibile impegno a investire in reti di nuova generazione, non sarebbe appropriato ridurre i prezzi di accesso alla rete in rame.
Tutto logico, almeno per la maggior parte delle realtà Europee. Guardando in casa nostra, molti si chiedono infatti come si potrebbe valutare questo grado di impegno nella realizzazione delle NGN. Noti anzi notissimi i problemi tra Telecom Italia che possiede tutta la rete in rame e buona parte di quella in fibra ottica e gli altri provider con l’AGCOM che fatica a fare da mediatore.