La Commissione Europea scende nuovamente in campo in nome della net neutrality. Ad esporsi è Neelie Kroes, la cui voce ha già più volte chiarito quella che è la posizione dell’organo di Bruxelles. La vicepresidente del progetto Digital Agenda questa volta punta il dito contro gli operatori che impediscono l’accesso a servizi senza motivazioni apparentemente fondate, in primis Skype.
«Ci sono 21 milioni di persone che utilizzano Skype, tra le quali anch’io quando chiamo la mia famiglia nel weekend», spiega la Kroes. «Questo è un mercato enorme. Mi rivolgo alle persone che sono attualmente tagliate fuori da Skype: lasciate il vostro operatore mobile. Questo messaggio può essere ancora più forte se arriva sia dall’alto che dal basso». Parole dure, che spingono per una soluzione drastica, come quella del cambio di provider, per far sì che questi possano finalmente abolire le barriere poste nei confronti del servizio di VoIP più diffuso al mondo.
Quello di Skype è solo un esempio, forse il più palese, dei tentativi messi in atto da numerosi operatori di telefonia mobile di controllare il traffico in transito sulle proprie reti. Il tentativo della Kroes è quello di sensibilizzare gli utenti sul tema, invitandoli a fare qualcosa che possa spingere i provider ad operare seguendo il paradigma della net neutrality: ricorrere alle maniere forti, stilando nuove regole che fissino dei paletti invalicabili, potrebbe rappresentare un freno agli investimenti nel settore.
Sulla stessa scia anche Frederic Donck, direttore dell’Internet Society’s European Regional Bureau: «La competizione è essenziale per mantenere Internet aperto, ma c’è bisogno che si proceda con maggiore trasparenza. Crediamo che la competizione possa facilitare un’economia digitale più innovativa. Ma questo potrebbe non essere abbastanza». Parafrasando le frasi di Donck, è possibile leggere nella parola trasparenza una maggiore adesione ad una serie di revisioni apportate alle leggi europee in materia di telecomunicazioni, che obbligano gli operatori ad informare i propri clienti riguardo la politica di gestione delle reti.
Le stesse leggi che impediscono di bloccare od ostacolare in qualunque modo il traffico verso determinati servizi o siti Web, come ad esempio il già citato Skype. «Faremo in modo che i termini di legge vengano rispettati in tutti i Paesi membri dell’Unione Europea in maniera ragionevole» riprende la Kroes, che promette anche cambiamenti in favore degli utenti intenzionati a cambiare operatore, ma ostacolati da alcuni vincoli, di tipo contrattuale e non.