Neelie Kroes, responsabile europeo per l’Agenda Digitale e vice-presidente della Commissione Europea, lo urla ormai da tempo: investire in banda larga significa dare un futuro all’economia del vecchio continente. Agli orecchi dell’utenza italiana dovrebbe suonare quasi come una supplica: se il nostro paese non darà una svolta al proprio impegno per il digitale, il rischio è quello di veder andare in fumo ogni speranza di un ritorno alla produttività degna di un paese di Serie A.
Lo dicono i numeri, lo dice la Commissione Europea: il futuro è digitale, dunque soltanto chi investe per favorire la penetrazione della banda larga tra la popolazione potrà un giorno godere dei frutti di tale impegno. Lo sforzo va dunque fatto subito: Neelie Kroes spiega al CEO Summit 2011 di essere ben conscia del fatto che ovunque si guarda alle emergenze di breve periodo e che pertanto si è costretti ad ignorare le necessità di lunga gittata, ma è soltanto guardando al lungo periodo che si potrà dare all’Europa una struttura economica realmente forte e solida.
La Commissione Europea, in particolare, spiega di avere a cuore il problema degli incumbent poiché schiacciati da due necessità impellenti: la gestione delle vecchie reti basate sul doppino in rame da una parte, l’investimento nella fibra dall’altra. Investire in una struttura concorrenziale al proprio core business, infatti, implica rischi scarsamente compensati, il che determina rischi imprenditoriali eccessivamente alti. La Kroes si impegna pertanto a garantire una transizione morbida, guidando il deprezzamento delle vecchie reti mentre si stimola al contempo la moltiplicazione della fibra: anche in tal senso il riferimento alla situazione italiana sembra trovare un accento fondamentale, poiché il discorso della Kroes sembra indirizzato con particolare enfasi proprio alla nostra – difficile – realtà.
La Commissione UE, in particolare, avrebbe già impegnato 9.2 miliardi di euro per gli anni 2014-2020 al fine di garantire il flusso di denaro necessario per far fronte alle esigenze che emergeranno in tal senso, il tutto con una convinzione che si fa invito solenne:
Se falliremo nel dare all’Europa un futuro, se non inizieremo ora ad investire in broadband, allora i nostri figli ed i nostri nipoti ne pagheranno il prezzo. Ma se avremo successo, sarà un risultato concreto che legherà insieme il nostro continente: una decisione per cui, in futuro, nessuno avrà di cui pentirsi.