In uno speech in occasione del Forum di Avignone, Neelie Kroes, Vice-Presidente della Commissione Europea e responsabile dell’Agenda Digitale, ha usato parole molto significative nei confronti dell’industria della produzione artistica (musicale e video soprattutto). Quel che la Kroes ha chiesto, infatti, è di andare oltre i dogmi del passato, superare strutture ormai consunte ed abbracciare l’innovazione. Perché è lì la soluzione.
La Kroes sposa le preoccupazioni degli artisti: vivere con meno di 1000 euro al mese non è pensabile, non offre garanzie e soprattutto non compensa in modo adeguato né dal punto di vista economico, né dal punto di vista etico. La crisi non ha fatto altro che peggiorare tutto ciò: tanto i privati quanto le istituzioni stanno spendendo meno in prodotti artistici, il che va ad aggravare la situazione alla base di quella piramide in cui v’è il 97% degli artisti europei. Ed è una piramide estremamente sbilanciata: mentre ai vertici vi sono guadagni da capogiro, alla base v’è una moltitudine di professionisti che non riesce a vivere della propria arte.
Secondo Neelie Kroes occorre tornare alla base del problema, risalire all’origine dell’errore e ripristinare gli assunti fondamentali del mondo dell’arte. «Abbiamo la necessità di tornare alle basi e rimettere gli artisti al centro, non solo le leggi sul copyright, ma la nostra intera policy su cultura e crescita. In tempi di cambiamento, abbiamo bisogno di creatività, di persone che pensano fuori dagli schemi: l’arte creativa supera queste difficoltà ed i modelli di business creativi monetizzano l’arte. Per questo abbiamo bisogno di flessibilità nel sistema, senza forzature attorno ad un singolo modello. La piattaforma, i canali ed i modelli di business con cui i contenuti sono prodotti, distribuiti ed usati possono essere vari ed innovativi quanto i contenuti stessi».
Dalla Kroes giunge quindi una spallata al conservatorismo, all’inerzia del mercato ed alle rendite di posizione che stanno ingessando i meccanismi attorno al dogma del copyright. Ed è uno speech che si fa quindi manifesto:
- L’ICT può aiutare il mondo dell’arte: offre nuovi schemi e nuova elasticità, quindi può rispondere ai problemi che vanno emergendo;
- Il cloud computing è un esempio di come la distribuzione possa cambiare e possa migliorare le dinamiche di incontro tra domanda ed offerta;
- Le mancate agevolazioni IVA per gli e-book sono difficilmente spiegabili e necessitano di un intervento della politica affinché libri cartacei e libri digitali possano godere di pari trattamento;
- La tecnologia aiuta, ma la legislazione deve sapervisi adattare creando i presupposti affinché nuovi modelli possano emergere e fiorire;
Continua la Kroes:
Vedo alcuni stakeholder europei guardare con orrore all’arrivo di Netflix o all’espansione di iTunes. Abbiamo bisogno di reagire, non di essere paralizzati dalla paura.
La Commissione Europea indica la strada: ben venga il cambiamento. Chi è arroccato sulle regole del passato si prepari alla rivoluzione, perché sarà ineludibile e benvenuta. Il copyright non dovrà più essere una ossessione, un assunto da difendere a tutti i costi così come accaduto in passato: per il bene del mercato occorre svecchiarne regole, equilibri ed attori. E l’Europa non intende perdere altro tempo.
Che sia un caso il fatto che l’intervento della Kroes avvenga su territorio francese? Chissà cosa ne pensa a tal proposito Nicholas Sarkozy.