Negligenze e leggerezze su Italia.it

Dopo alcuni mesi di indagine, la Commissione ministeriale ha prodotto il suo primo rapporto su Italia.it. Temi troppo brevi e negligenze avrebbero causato il flop del portale. La Commissione respinge la tesi dei compensi milionari e difende il ministero
Negligenze e leggerezze su Italia.it
Dopo alcuni mesi di indagine, la Commissione ministeriale ha prodotto il suo primo rapporto su Italia.it. Temi troppo brevi e negligenze avrebbero causato il flop del portale. La Commissione respinge la tesi dei compensi milionari e difende il ministero

Sembra non avere fine la querelle su Italia.it, il super portale per incentivare il turismo in Italia inaugurato lo scorso febbraio. In seguito al fitto fuoco incrociato di critiche e polemiche, il ministro per le Riforme e l’innovazione nella pubblica amministrazione istituì nella scorsa primavera una Commissione di indagine su Italia.it. A distanza di qualche mese, l’organo creato dal Ministro ha prodotto una prima relazione sulla travagliata nascita del tanto contestato portale (pdf). Il rapporto è stato inoltrato alla Corte dei Conti per l’accertamento di eventuali danni e responsabilità dei soggetti in causa.

Il lavoro svolto dalla Commissione sottolinea come l’intero progetto sia stato vittima di una eccessiva fretta e di «comportamenti di superficiale valutazione se non di negligenza nella definizione e nella accettazione di molti elementi di tale tempistica, comportamenti imputabili sia ad attori della parte acquirente che della parte fornitrice». Secondo la Commissione, i tre mesi previsti per la messa in opera di una prima versione del portale non sarebbero stati sufficienti. L’esigenza di fare in fretta era però dettata da un evento di estrema rilevanza per il turismo nazionale: le Olimpiadi Invernali di Torino 2006. L’obiettivo di interfacciare Italia.it con i siti Web delle Olimpiadi rimase completamente disatteso, il portale fu inaugurato infatti nel febbraio del 2007 a un anno esatto dall’evento olimpico.

Ma disservizi e malfunzionamenti non interessarono solo la tempistica di realizzazione del portale. Nel loro rapporto, i membri della Commissione rilevano «comportamenti di sostanziale sottovalutazione o comunque di superficiale valutazione se non di negligenza riscontrabili nelle prime fasi sia del processo dell’acquirente che del fornitore». Dalle audizioni svolte durante l’inchiesta, è emerso come l’intero portale Italia.it fosse privo di un preciso e dettagliato piano editoriale, condizione minima e necessaria per gestire l’enorme mole di dati e informazioni che lo stesso sito Web avrebbe dovuto contenere. Non ha dubbi in proposito la Commissione: «in sede di definizione della domanda che di definizione della offerta, si è data grande importanza alla piattaforma tecnologica e si è trascurato quello a cui doveva servire».

Mentre molti passaggi del rapporto confermano le numerose perplessità espresse da esperti, e non, all’indomani della messa online del portale, la Commissione smentisce categoricamente le illazioni circolate sul Web in merito ai costi effettivi di creazione e gestione di Italia.it. Le cifre di cui parla il rapporto paiono, in effetti, ben lontane dai 45 milioni di Euro prospettati da alcune fonti. «Il corrispettivo contrattuale omnicomprensivo, fisso ed invariabile, per l’esecuzione della fornitura è stato fissato in sede contrattuale in complessivi Euro 7.850.040,00 IVA esclusa, al netto del ribasso offerto in sede di gara». L’impegno di spesa venne poi ridotto nell’autunno del 2006 a fronte dei disservizi rilevati sul portale. Al fornitore furono riconosciuti circa quattro milioni di Euro che, secondo la Commissione, a oggi non sarebbero stati ancora erogati.

Il rapporto conclude le proprie osservazioni definendo ormai terminata la fase di criticità sul portale, che potrebbe quindi continuare ad arricchirsi di contenuti e servizi fino al raggiungimento degli standard previsti. Le conclusioni cui giunge la Commissione paiono, però, in alcuni passaggi eccessivamente parziali. Secondo il rapporto, le principali responsabilità andrebbero imputate interamente a Innovazione Italia, che avrebbe gestito con leggerezza le prime fasi di appalto e di creazione del portale. Nessuna responsabilità per il Dipartimento per l’Innovazione Tecnologica, dunque, che avrebbe semplicemente svolto il ruolo di «sovrintendere ed indirizzare l’attività della stazione appaltante». Resta però da chiedersi se l’attività di controllo su Innovazione Italia sia stata realmente svolta al meglio dal Dipartimento.

Sarcastico il commento sul blog Millionportalbay, riferimento che fin dall’inizio ha seguito assieme a Scandalo Italiano le sorti del progetto: «a parte che ai 25 milioni di euro per contenuti ne vanno sommati altri 2,1 di cofinanziamento regionale ed altri 2 milioni ancora per la promozione di italia.it (decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 22/07/2005), che la commissione si perde casualmente per strada; ma anche qui si prova a sostenere la tesi del “…ma mica erano tutti per il portale”, la favoletta ormai preferita da tutti gli attori istituzionali per tentare di imbonire, secondo loro, i gonzi in ascolto. La realtà nuda e cruda è che nessuno (commissione compresa) è sinora riuscito e senza ambiguità a fare piena luce sui conti e sui costi effettivi del progetto» E relativamente alle smentite ufficiali sulle critiche piovute sul portale “da 50 milioni di euro” chiosa: «Capito? Nessun fondamento. Tranquilli: è tutto OK ;)».

Ti consigliamo anche

Link copiato negli appunti